Congo: nell'est oltre 220mila sfollati interni a causa della guerriglia M23
Oltre 220.000 persone sono sfollate nell’est della Repubblica Democratica del Congo
(Rdc) da quando un gruppo di militari disertori delle Forze armate nazionali congolesi
(Fardc) ha dato vita ad una nuova formazione di guerriglia, l’M23. Il dato è riportato
dell’agenzia Irin, ripresa dalla Fides, promossa dall’ufficio Onu per il coordinamento
degli affari umanitari, secondo la quale gli sfollati interni nella regione hanno
superato i due milioni, per la prima volta dal 2009. Circa 20.000 congolesi, tra cui
600 soldati delle Fardc, hanno cercato rifugio in Uganda e in Rwanda. Quest’ultimo
Paese è però accusato di appoggiare l’M23 da un rapporto di Human Rights Watch, pubblicato
all’inizio di giugno, e da una relazione aggiuntiva al rapporto del Gruppo di esperti
sulla Rdc. L’appoggio rwandese consisterebbe, secondo il documento Onu, nel rifornimento
di armi, nel trasporto di uomini ed equipaggiamenti dell’M23 attraverso il territorio
rwandese, e nel reclutamento di rwandesi e congolesi che vivono in Rwanda da inserire
nelle file del movimento. Il documento afferma inoltre che il Rwanda appoggerebbe
altri 6 gruppi armati attivi nella regione. Le accuse sono state respinte del governo
di Kigali. Il Rwanda afferma che il suo unico interesse nell’est della Rdc deriva
dalla presenza nell’area delle Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda (Fdlr),
un gruppo formato inizialmente dalle milizie hutu responsabili dei massacri rwandesi
del 1994 che hanno trovato rifugio nell’allora Zaire. Ma il rapporto Onu afferma che
tra le persone reclutate dal governo rwandese per rimpolpare i ranghi dell’M23 vi
sarebbero pure ex appartenenti alle Fdlr che si erano arresi e si erano ristabiliti
in Rwanda. Come più volte denunciato da più parti, compresi i missionari e gli stessi
vescovi congolesi, l’instabilità dell’est della Rdc è funzionale alla predazione delle
enormi ricchezze naturali dell’area. I vescovi hanno ribadito la loro netta opposizione
alla “balcanizzazione del Paese”, che potrebbe iniziare proprio dall’est, staccando
le due province del Kivu dal resto del Paese. (R.P.)