Nota della Santa Sede su un'ordinazione episcopale illegittima in Cina
La Santa Sede condanna, con una nota ufficiale, l’ordinazione episcopale illegittima
del rev. Giuseppe Yue Fusheng, avvenuta ad Harbin, in Cina, il 6 luglio scorso. Ordinato
senza mandato pontificio, il rev. Yue Fusheng è incorso automaticamente nella scomunica,
come previsto dal Codice di Diritto Canonico. Allo stesso tempo, la Santa Sede esprime
apprezzamento per tutti i cinesi che hanno pregato per il ravvedimento del reverendo
e confida nell’effettivo desiderio di dialogo delle autorità governative cinesi. Il
servizio di Isabella Piro:
“La Santa Sede
non riconosce il rev. Yue Fusheng come vescovo dell’amministrazione apostolica di
Harbin, ed egli è privo dell’autorità di governare i sacerdoti e la comunità cattolica
nella provincia di Heilongjiang”, si legge nella nota. Tanto più che il reverendo
“era stato informato da tempo che non poteva essere approvato dalla Santa Sede come
candidato episcopale, e più volte gli era stato richiesto di non accettare l’ordinazione
episcopale senza il mandato pontificio”. La nota ufficiale, inoltre, ricorda che anche
“i vescovi, che hanno preso parte all’ordinazione episcopale illegittima e si sono
esposti alle sanzioni previste dalla legge della Chiesa, devono riferire alla Santa
Sede circa la loro partecipazione alla cerimonia religiosa”.
Apprezzamento,
invece, viene espresso per “quei sacerdoti, quelle persone consacrate e quei fedeli
laici che hanno pregato e digiunato per il ravvedimento del rev. Yue Fusheng, per
la santità dei vescovi e per l’unità della Chiesa in Cina”.
Di qui, l’invito
a “tutti i cattolici in Cina, Pastori, sacerdoti, persone consacrate e fedeli laici”,
a “difendere e a salvaguardare ciò che appartiene alla dottrina e alla tradizione
della Chiesa”, poiché “anche nelle presenti difficoltà essi guardano con fiducia al
futuro, confortati dalla certezza che la Chiesa è fondata sulla roccia di Pietro e
dei suoi Successori”.
Confidando, inoltre, “nell’effettivo desiderio delle
autorità governative cinesi di dialogare con la Santa Sede – prosegue la nota - la
Sede Apostolica auspica che le autorità non favoriscano gesti contrari a tale dialogo”.
Ed “anche i Cattolici cinesi attendono passi concreti nello stesso senso, primo fra
tutti quello di evitare le celebrazioni illegittime e le ordinazioni episcopali senza
mandato pontificio, che creano divisione e recano sofferenza alle comunità cattoliche
in Cina e alla Chiesa universale”.
Infine, la nota della Santa Sede indica
come “motivo di apprezzamento e di incoraggiamento” l’ordinazione del rev. Taddeo
Ma Daqin a vescovo ausiliare della diocesi di Shanghai, avvenuta sabato 7 luglio.
Tuttavia, “la presenza da parte di un vescovo che non è in comunione con il Santo
Padre”, viene definita “inopportuna”, una dimostrazione di “mancanza di sensibilità
verso un’ordinazione episcopale legittima”.
La nota odierna segue quella del
3 luglio scorso, a firma della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in
cui si condannava già l’ordinazione del rev. Yue Fusheng, che era stata “programmata
in modo unilaterale” e destinata a produrre “divisioni, lacerazioni e tensioni nella
comunità cattolica in Cina”.