2012-07-10 18:55:45

Monti: potremo far ricorso allo scudo antispread. L'opinione dell'economista Baglioni


Per il premier Monti “sarebbe ardito dire che l'Italia non avrà mai bisogno di aiuti di questo o quel fondo”. Per il presidente del Consiglio l’Italia potrebbe far ricorso allo scudo antispread. Monti ha anche escluso di poter restare al governo dopo il 2013. Giampiero Guadagni RealAudioMP3

C’è la volontà di fare tutto il possibile per salvaguardare l’euro e far progredire il progetto politico europeo. Per il premier italiano Monti dall'Eurogruppo di lunedì e dall'Ecofin è arrivato dunque questo importante segnale per i cittadini e per i mercati. La crisi ha evidenziato la vulnerabilità del sistema bancario in Europa, con conseguenze negative per l'intera economia senza un sistema di vigilanza bancaria unificata. A chi chiede perché lo spread, dopo la buona accoglienza dei mercati al vertice europea, si è poi riposizionato in modo non positivo, il premier italiano risponde osservando che dopo una decisione presa all’unanimità c’è stato chi - un capo di governo o altri membri dello stesso governo - ha fatto dichiarazioni che riducono la portata di quell'accordo politico preso ad altissimo livello. Quanto all’Italia Monti continua a ritenere che l'Italia non avrà bisogno di fare ricorso allo scudo anti-spread ma ritiene che sarebbe "ardito" escluderlo di sicuro per il futuro. Quello che invece Monti esclude è che la sua esperienza di governo vada oltre la scadenza naturale della legislatura. Parole che fanno eco alle ultime dichiarazioni di Napolitano, convinto che i tre partiti che sostengono il governo Monti siano determinati a perseguire politiche anticrisi anche dopo le elezioni del 2013.

Monti ha detto che l’Italia potrebbe far ricorso allo scudo antispread. Per un commento abbiamo sentito l’economista Angelo Baglioni RealAudioMP3

R. - Credo che l’Italia in questo momento non abbia bisogno dello scudo antispread nel senso che abbiamo un bilancio in avanzo dal punto di vista del saldo primario, non abbiamo sostanzialmente problemi nell’emettere titoli del debito pubblico nell’accedere ai mercati. In questo senso siamo molto diversi dalla Grecia. Però è anche vero che stiamo pagando un costo troppo alto nell’emettere titoli del debito pubblico sul mercato. Evitiamo di ricorrere allo scudo, al fondo antispread, perché questo darebbe un segnale molto negativo però è anche vero che paghiamo tassi troppo alti e questo è un problema sul tappeto.

D. - Secondo lei, come si fa ad evitare che i tassi crescano in modo quasi esponenziale, come sono cresciuti da qualche mese a questa parte?

R. - A mio parere l’unica istituzione in grado di fornire veramente un rimedio a questo è la Banca centrale europea. E’ quest’ultima che dovrebbe intervenire e garantire che questi spread non vadano oltre certi limiti acquistando i titoli dei Paesi dei quali i tassi tendono a salire troppo.

D. - E’ d’accordo con chi dice che tutto sommato la Banca centrale europea non ha gli strumenti necessari perché in fondo non può essere un prestatore di ultima istanza?

R. - No, non sono d’accordo. Ritengo anzi che il fatto di contenere gli spread tra un Paese e l’altro faccia parte dei compiti istituzionali della Banca centrale europea che deve garantire l’uniformità della politica monetaria e la corretta trasmissione della politica monetaria nell’area dell’euro. Quindi secondo me rientra nelle sue responsabilità.








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