Egitto. Il parlamento si riunisce e fa ricorso contro lo scioglimento
Il parlamento egiziano è tornato a riunirsi questa mattina sfidando la decisione della
Corte suprema che ne aveva decretato lo scioglimento. E ha deciso di ricorrere in
Cassazione per dirimere il conflitto istituzionale. Fuori dall’aula si sono verificati
scontri fra sostenitori e oppositori del nuovo presidente egiziano Mohamed Morsy e
nel pomeriggio una folla ha invaso piazza Tahrir. Gli Stati Uniti esprimono preoccupazione.
Il servizio di Debora Donnini:
Una
seduta di pochi minuti conclusasi con la decisione di ricorrere in appello contro
la sentenza che ha dichiarato incostituzionali le ultime elezioni legislative e, dunque,
ha sciolto il parlamento dominato dagli islamici. Non si vuole contraddire la sentenza
della Corte costituzionale, ma studiare un meccanismo per attuarla, afferma il presidente
del parlamento egiziano ed esponente dei fratelli musulmani Asaad al-Katatni che si
rivolge ad un aula affollata dai suoi compagni di partito e dai salafiti ma disertata
dalla sinistra e dai liberali. Parole che sembrano voler stemperare il braccio di
ferro con i militari. Il presidente Mohamed Morsy aveva infatti annullato domenica,
con un decreto, lo scioglimento del Parlamento, deciso in giugno dall’Alta Corte che
ieri ha ribadito la sua scelta respingendo così la decisione dello stesso Morsy. I
deputati hanno, quindi, deciso di ricorrere in Cassazione e fino ad allora il parlamento
non si riunirà più. Lo scontro si è però trasferito per le strade: sono scoppiati
tafferugli di fronte alla sede dell’Assemblea del popolo fra sostenitori e oppositori
del presidente. E nel pomeriggio decine di migliaia di persone, in sostegno a Morsy,
sono confluite in piazza Tahrir. Preoccupazione è stata intanto espressa dagli Stati
Uniti. Il segretario di Stato Hillary Clinton esorta le parti al dialogo per non mettere
a rischio il processo di transizione democratica.