2012-07-10 15:42:23

Armi nel mondo, un morto al minuto. Mons. Tomasi: manca la volontà politica sul disarmo, troppi interessi


Il processo del disarmo nel mondo continua a segnare il passo: a Ginevra i negoziati sulle armi atomiche riprenderanno a settembre - ma non tra grandi speranze - mentre a New York è in corso la Conferenza dell’Onu per provare a raggiungere l’accordo su un Trattato vincolante per il controllo del commercio delle armi: e anche in questo caso il successo dell’incontro appare improbabile, dicono molti osservatori. Intanto, ogni minuto nel mondo muore una persona a causa della violenza armata. Sergio Centofanti ha sentito mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio Onu di Ginevra:RealAudioMP3

R. - La volontà politica di disarmare il mondo trova ostacoli continui. Per esempio la Conferenza del disarmo qui a Ginevra non riesce da più di 10 anni a trovare un accordo per un piano di lavoro. E in questi giorni si sta negoziando a New York questo nuovo Trattato sul commercio delle armi e ci auguriamo che si arrivi a un risultato efficace. A rappresentare la Santa Sede c’è mons. Chullikatt, nunzio a New York, che è direttamente coinvolto e segue gli sviluppi dell’evento e ci può dare informazioni più corrette e più precise. Con questo Trattato si mira a concludere un accordo che regoli il commercio di armi convenzionali come carri armati, veicoli militari, sistemi di artiglieria, aerei ed elicotteri da combattimento, navi da guerra, piccole armi e le munizioni per queste armi e questo punto mi pare molto importante perché se non si controllano anche le munizioni non si arriva a un Trattato solido. L’importazione, l’esportazione e il trasferimento di queste armi, con questo nuovo Trattato, verrebbero controllate ma non proibite: cioè, l’obiettivo del Trattato non è di proibire qualsiasi uso di arma convenzionale o la produzione di armi convenzionali ma di regolare il trasporto attraverso un territorio, quindi l’esportazione, l’importazione, in modo che ci sia una conoscenza di dove vanno a finire queste armi e che non cadano in mani sbagliate come quelle dei narcotrafficanti, dei terroristi o della criminalità urbana. A me sembra che la novità stia nel provvedere a uno strumento globale che dia regole per il commercio delle armi convenzionali con trasparenza e responsabilità.

D. - Oggi ci troviamo di fronte a una situazione che in molti definiscono anarchica, con le armi che spesso non riconoscono frontiere. Amnesty ricorda che è regolata più severamente la vendita delle banane che quella di pistole e mitra. Quali sono le maggiori difficoltà per il raggiungimento di un Trattato vincolante?

R. - Sono gli interessi economici e il profitto che gruppi persone traggono da questa vendita non trasparente di armi…

D. - Si parla di un giro di affari di 60 miliardi di dollari. Il commercio delle armi, anche in questo periodo, non sembra conoscere crisi…

R. - Il commercio delle armi e le spese militari continuano a crescere. Dobbiamo pensare che il peso annuale globale della violenza causata da queste armi è di circa 400 miliardi di dollari, quindi i costi umani, le conseguenze sociali, sono enormi!

D. - Anche a Ginevra la Conferenza sul disarmo atomico procede lentamente …

R. - Il problema della volontà politica di disarmare il mondo non sembra ancora essere maturo, purtroppo. La Conferenza del disarmo a Ginevra da più di 10 anni, come dicevo, non trova un accordo neanche su un’agenda di lavoro. Non c’è accordo nemmeno per cominciare il negoziato per un Trattato che la maggioranza degli Stati desidera sottoscrivere sul materiale fissile. E intanto, purtroppo, altri Stati sembrano interessati ad avere, per la loro sicurezza – dicono – queste armi così micidiali.







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