Mali: dai Paesi africani appelli per un governo di unità per superare le tensioni
Una nuova condanna delle violenze nel nord del Mali e della distruzione di alcuni
monumenti storici a Timbuctù e l’esortazione a formare entro il 31 luglio un governo
di unità nazionale per completare il processo di transizione politica scaturito in
seguito al golpe del 22 marzo scorso. È quanto espresso dai Paesi del gruppo di contatto
per il Mali riuniti nel fine settimana a Ouagadougou, in Burkina Faso. All’esecutivo
di unità spetterebbe il compito di aprire la strada dei negoziati con i gruppi ribelli
che controllano il nord del Paese da ormai tre mesi. Nel comunicato finale della riunione
- ripreso dall'agenzia Misna - si fa anche indiretto riferimento alla possibilità
di un ricorso all’intervento armato invitando la Comunità economica dei Paesi dell’Africa
occidentale (Cedao) a difendere i civili e l’integrità territoriale del Paese. Intanto,
nel primo intervento pubblico rilasciato dopo essere stato respinto da Gao e Timbuctù
ad opera dei gruppi armati islamisti, il Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad
(Mnla) ha criticato il vertice di Ouagadougou, l’azione diplomatica dello stesso Burkina
Faso e lamentato la maggiore presenza sul territorio dei gruppi rivali islamisti.
L’Mnla, di matrice tuareg, ha accusato i Paesi della regione di cercare accordi con
Mujao, Al Qaida nel Maghreb islamico e Ansar al Din pur essendo questi gruppi implicati
nel rapimento di cittadini stranieri e in traffici illeciti. Fonti della Misna a Gao,
hanno però riferito che dalla fuoriuscita dell’Mnla la situazione per i civili è migliorata.
Gli islamisti sono infatti in grado di mantenere un certo ordine e, contrariamente
all’Mnla, si sono astenuti da violenze e soprusi ai danni dei civili rimasti in città.
(M.G.)