Filippine: i vescovi intervengono in difesa della vita
Continua la battaglia dei vescovi filippini contro la legge sulla salute riproduttiva
(Reproductive Health Bill – Rh) ancora in discussione al Congresso di Manila e al
centro di un annoso braccio di ferro nel Paese. Dal 23 al 26 luglio prossimi, la Commissione
per la famiglia e la vita della Conferenza episcopale (Ecfl) organizza ad Antipolo
City una conferenza per spiegare le ragioni dell’opposizione della Chiesa al provvedimento
e ad altre leggi contro la vita e la famiglia. Come anticipato dal presidente della
Ecfl, mons. Gabriel Reyes, la conferenza servirà per spiegare “perché la legge sarebbe
un male per il popolo filippino e perché minaccia la famiglia e il matrimonio”. Il
presule ha inoltre precisato che la Commissione si sta intanto adoperando per convincere
i membri del Congresso a bocciare il testo. Ad introdurre la "quattro giorni" sarà
il segretario esecutivo dell’Ecfl, padre Melvin Castro. Tra i relatori mons. Oscar
V. Cruz, arcivescovo emerito di Lingayen-Dagupan e attuale vicario giudiziale del
Tribunale ecclesiastico di secondo grado per le cause di nullità matrimoniale, che
illustrerà gli aspetti giuridici della questione. Il braccio di ferro sul "Rh Bill"
va avanti ormai da diversi anni. Il provvedimento rifiuta l’aborto clinico, ma promuove
un programma di pianificazione familiare, sponsorizzando la diffusione degli anticoncezionali
anche nelle scuole e incoraggiando la sterilizzazione volontaria. Chiesa e associazioni
cattoliche pro-vita sostengono invece il Natural Family Programme (Nfp), che mira
a diffondere tra la popolazione una cultura della responsabilità e dell’amore basata
sui valori cristiani. I vescovi hanno affermato in più occasioni che le politiche
di controllo delle nascite non sono il modo migliore per lottare contro la povertà,
le cui cause si riscontrano non in un’ipotetica sovrappopolazione, ma, “in alcune
scelte errate in materia di sviluppo, politiche economiche mal progettate, in un contesto
in cui predominano l’avidità, la corruzione, le disuguaglianze sociali, il mancato
accesso all’educazione, la carenza di servizi economici e sociali e infrastrutture
insufficienti”. Un argomento al quale sembrano dare ragione i recenti dati sulla crescita
economica nelle Filippine che, per stessa ammissione del presidente Benigno Aquino,
è legata proprio alla crescita demografica nel Paese. (L.Z.)