Papua Nuova Guinea: centenario della nascita del Beato To Rot, il Papa ricorda il
suo martirio
In Papua Nuova Guinea la Chiesa ha celebrato oggi il centenario della nascita del
beato Pietro To Rot, catechista e martire, primo abitante di quella terra ad essere
elevato all’onore degli altari. Pietro To Rot “rifiutò la poligamia e difese l’indissolubilità
del matrimonio”, ha ricordato il Santo Padre nella lettera al suo inviato speciale,
il cardinale Joseph Zen Ze-Kiun. Il servizio di DavideMaggiore:
Rievocando
l’impegno di Pietro To Rot a favore del matrimonio, Benedetto XVI ha spiegato che
ancora oggi la famiglia “fondamento della società umana”, è “più volte messa in pericolo”,
e ha invitato a “difenderla” e “proteggerla”. Di quest’opera di difesa fu certamente
un esempio Pietro To Rot, figlio di un capo locale convertito alla fede cattolica.
Il padre lo guidò nella scelta di divenire catechista e – a poco più di 20 anni –
valido aiuto dei missionari presenti nella sua terra. Lo aveva ricordato nel 1995
anche Giovanni Paolo II durante la cerimonia di beatificazione in Papua Nuova Guinea.
“Grazie allo spirito di Dio che dimorava in lui, egli proclamò coraggiosamente la
verità circa la santità del matrimonio” e “rifiutò di prendere la via più facile del
compromesso morale”, aveva sottolineato Papa Wojtyla. Benedetto XVI, in più, ha evidenziato
come il Beato To Rot possa essere considerato senza dubbio “un grande fautore della
nuova evangelizzazione”. Fu infatti lui a prendersi cura della comunità cristiana
locale quando nel 1942 le truppe giapponesi occuparono la sua terra, scacciando o
imprigionando i missionari e distruggendo le cappelle cattoliche. Quando le autorità
occupanti legalizzarono la poligamia, il futuro Beato ribadì l’insegnamento della
Chiesa sul sacramento matrimoniale. “Non lo fermò il timore della sofferenza e della
morte”, ricordava ancora Giovanni Paolo II. Fu arrestato a Natale del 1944, e ucciso
nel luglio dell’anno seguente in un campo di concentramento, lasciando un ricordo
di marito devoto, padre amoroso e catechista impegnato”, come lo definì ancora Papa
Wojtyla, che ne richiamò l’esempio a catechisti coppie sposate e giovani di Papua
Nuova Guinea.