Fondazione Migrantes: con decreto del governo, rafforzate tutele degli immigrati lavoratori
“Un gesto importantissimo anche sul piano dello sviluppo in questo momento di crisi”.
Così mons. Giancarlo Perego, direttore della "Fondazione Migrantes" della Cei,
definisce il decreto, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, in materia di sanzioni
nei confronti dei datori di lavoro che impiegano stranieri il cui soggiorno è irregolare.
Sentiamo lo stesso mons. Perego intervistato da Alessandro Guarasci:
R. – Credo che
sia un decreto legislativo che, oltre ad adeguarsi ad una normativa europea, raggiunge
un obiettivo fondamentale: cioè mettere al centro del mercato del lavoro il contratto,
che è uno strumento che da sempre tutela la persona sia in termini retributivi sia
in termini previdenziali, ma anche di sicurezza. Al tempo stesso ha come obiettivo
quello di inserire anche questo tassello del mondo del lavoro irregolare all’interno
di una prospettiva di bene comune e d’inclusione sociale.
D. – Un modo per
non considerare gli immigrati solo come forza lavoro, ma dietro di loro spesso ci
sono tante storie di dolore...
R. – Questa azione fa emergere innanzitutto
tutte le persone comunitarie, oltre che extra comunitarie: fa emergere il valore aggiunto
degli oltre due milioni di lavoratori stranieri all’interno del nostro mercato del
lavoro, in termini anche previdenziali, visto che, come abbiamo sottolineato nell’ultimo
Dossier Immigrazione di Caritas e di Migrantes, danno alle casse previdenziali oltre
6 miliardi di euro e quindi sono una risorsa certamente significativa, in termini
anche di futuro previdenziale per molti anziani e anche in termini di superamento
della crisi. Credo che questo decreto sia un gesto importantissimo sul piano dello
sviluppo in questo momento di crisi.
D. – Ma, secondo lei, questo vuol dire
anche che il sistema dei flussi ormai è superato?
R. – Il sistema dei flussi
è sempre un sistema importante. Deve essere, però, adeguato e deve essere certamente
molto più legato ai tempi, alle stagioni del lavoro, alle necessità del lavoro. Non
si può interpretare questo mercato del lavoro come un decreto flussi annuale. In questo
senso credo che, ancora una volta, quest’azioneper il lavoro nero diventi
un’occasione importante per ripensare effettivamente la modalità con cui fare incontrare
domande e offerte di lavoro. Poi credo che questo decreto si ponga anche all’interno
di una lotta allo sfruttamento del lavoro che, non dimentichiamo, è legato ad un sistema
tante volte mafioso, di traffico, di caporalato, di controllo dei prezzi del mercato
e quindi, credo, che quest’azione solleciti anche un’attenzione maggiore a tutto ciò
che è di contorno all’irregolarità lavorativa che, tante volte, è legata a sistemi
certamente di sfruttamento molto più ampi.