Turchia. Processo per l'assassinio di mons. Padovese: seduta ancora rinviata
Si è svolta mercoledì la sesta udienza del processo contro Murat Altun, l’assassino
di mons. Luigi Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia, ucciso il 3 giugno 2010.
E’ durata solo dieci minuti, il tempo necessario per il giudice di ascoltare le richieste
della difesa di Altun e di aggiornare la seduta al prossimo 10 ottobre. A illustrare
all'agenzia Sir l’esito dell’udienza è John Farhad, uno dei collaboratori più stretti
di mons. Padovese, che pur non essendo presente in aula, cita le parole di un legale
della Chiesa presente nel pubblico in aula. “L’avvocato di Altun avrebbe chiesto al
giudice di controllare i tabulati telefonici degli ultimi sei mesi tra Murat e mons.
Padovese”. Una richiesta questa che, secondo Farhad, potrebbe essere volta a rispolverare
il movente passionale dell’omicidio. “Nella stessa udienza - spiega Farhad - ha testimoniato
lo zio dell’omicida che ha confermato come il nipote, nel mese di aprile precedente
all’omicidio, avesse soggiornato da lui per circa 10 giorni portandolo anche dal medico
perché stanco”. Le continue richieste della Difesa di Altun, a detta del collaboratore
di mons. Padovese, “servono solo ad allungare i tempi del processo e consentire di
trovare una strategia efficace per evitare una pena dura all’accusato”. “Questo processo
- ricorda, infatti, Farhad - si sta celebrando senza un avvocato difensore di mons.
Padovese. La Chiesa cattolica di qui, non essendo riconosciuta giuridicamente, non
può nominare un avvocato, lo stesso vale per l’Ordine dei Cappuccini cui apparteneva
mons. Padovese. Se ci fosse stato un nostro legale in aula avrebbe potuto parlare,
fare obiezioni cercando di smontare le tesi a sostegno di Altun. Invece possiamo seguire
il processo come semplici spettatori, seduti tra il pubblico presente alle udienze.
Non ci resta, quindi, che sperare nella capacità di giudizio del giudice”. La prima
udienza del processo, risale al 5 ottobre scorso, e si concluse dopo 15 minuti con
il rinvio al 30 novembre. In questa seconda udienza, che durò solo 4 minuti, l’avvocato
difensore aveva chiesto il trasferimento del suo assistito presso l’ospedale ad Adana
per motivi di salute, richiesta respinta dal giudice. Il 22 febbraio si è tenuta la
terza udienza, durata poco meno di 4 ore, nella quale sono stati ascoltati diversi
testimoni, la quarta udienza risale invece al 18 aprile. La quinta udienza, di soli
sette minuti, si è svolta il 6 giugno. (R.P.)