Tagli ma non ai servizi: così Monti spiega la Spending review
Stretta in Italia sulla spesa pubblica. Al termine di una lunga maratona notturna,
il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sulla spending review che prevede
tagli per 4,5 miliardi nel 2012: cifra che poi salirà nei prossimi anni. Tra le misure
più importanti il dimezzamento delle provincie, salvi i piccoli ospedali, nessun taglio
alla scuola, rinviato l’aumento dell’Iva. Benedetta Capelli
E’
un’immagine efficace quella che il premier Monti, a notte fonda, utilizza per definire
le misure decise. “Una sforbiciata ponderata” – dice- che non prevede tagli lineari
e – aggiunge - una missione collettiva pensata per i cittadini. Sono 26 i miliardi
di euro che saranno risparmiati entro il 2014 e le risorse ricavate andranno a coprire
le spese per ulteriori 55mila esodati ma anche per la ricostruzione post-terremoto
in Emilia. L’Iva aumenterà invece al 23% da luglio del prossimo anno ma solo per pochi
mesi. Previsto il taglio del 10% dei dipendenti pubblici e il 20% dei dirigenti, tagli
anche per le auto blu. Le Forze armate ridurranno gli organici del 10%. Una delle
misure più importanti riguarda le provincie, che saranno ridotte e accorpate, fino
al dimezzamento del numero attuale. Entro il primo gennaio 2014 saranno istituite
le Città metropolitane, dieci in tutto, tra queste: Roma, Milano e Firenze. Contestualmente,
verranno soppresse le relative province. Salvi i piccoli ospedali con meno di 80 posti
letto. Forti i risparmi negli acquisti dei farmaci. Capitolo scuola: invariati i fondi
per le statali, 200 milioni a quelle non statali, leggermente meno rispetto al passato;
10 milioni per le università sempre non statali; 90 milioni in più per il diritto
allo studio; 103 milioni sono stati destinati per i libri di testo gratuiti nella
scuola secondaria di primo grado. Tra i provvedimenti mancano le norme sui tribunali
probabilmente al centro oggi di una nuova riunione del Consiglio dei Ministri.