Schettino scarcerato, il dramma della Concordia resta
"Questa tragedia
sicuramente si poteva evitare se la conduzione della nave fosse stata ispirata a una
prudenza che invece non sembra ci sia stata. Comunque è l’intera organizzazione
del sistema marittimo che si deve interrogare su come meglio si possono garantire
obiettivi di maggiore sicurezza. Ci chiediamo ancora, nel caso della Costa
Concordia, perché la nave non abbia tempestivamente informato i nostri
uffici." E' il comandante Vittorio Alessandro, Capo reparto ambientale marino
della Guardia Costiera, a dire ai nostri microfoni - all'indomani della notizia della
scarcerazione del comandante Francesco Schettino - l'idea che si è fatto della vicenda
che causato 32 vittime. "Non è vero che noi con la tecnologia possiamo dominare
tutto quanto. La nostra mente - sottolinea - e la nostra sensibilità ci devono guidare
continuamente. La guardia costiera ha strumenti efficaci di vigilanza quando esistono
rotte obbligate, ciò consente di intervenire con immediatezza negli stretti, nell’avvicinamento
ai porti. Negli altri casi non ci sono rotte obbligate - precisa Alessandro - ci sono
solo vincoli e distanze da mantenere e i comandanti delle navi sanno perfettamente
quali sono queste regole. Nel caso della Concordia - aggiunge - la nave si è avvicinata
come se dovesse entrare in porto, quindi con un assetto di navigazione di manovra.
Ma evidentemente non c’era nessun porto da raggiungere. La vicenda di Costa Concordia
è una ferita che credo non si rimarginerà. L’inchino - come è stato effettuato
dalla nave da crociera - era a velocità sostenuta e credo che questi inchini siano
degli episodi rari. Anche quelli che si sono registrati prima della tragedia del giglio
credo che verranno fortemente repressi. Non è possibile - conclude - che una nave
per un omaggio non si sa bene a chi, possa arrecare un danno così grave a sé stessa,
ai passeggeri, all’ambiente".(di Antonella Palermo)