Bolivia: la Chiesa sostiene la marcia di Tipnis e condanna la violenza
“In molte occasioni la Chiesa cattolica ha condannato l'uso della violenza, considerata
inutile e contraria alla dignità di ogni uomo ed al proprio esercizio dei diritti
fondamentali... Un dialogo responsabile invece presuppone apertura, ascolto e rispetto
reciproco, per raggiungere le soluzioni desiderate, al servizio della dignità delle
persone e del bene comune della società”: sono le parole di un comunicato letto da
mons. Oscar Aparicio, vescovo ausiliare di La Paz, segretario della Conferenza episcopale,
durante una conferenza stampa convocata ieri per rilanciare l’appello al dialogo.
La Segreteria generale della Conferenza episcopale boliviana ha manifestato infatti
grande preoccupazione per l’azione repressiva esercitata dalle forze dell'ordine contro
i partecipanti alla IX Marcia del Tipnis (Territorio Indigeno e Parco Nazionale Isiboro
Secure), tra cui donne e bambini, organizzata due giorni fa a difesa di questa zona
indigena, per evitare la costruzione di una autostrada che la attraverserebbe. Diverse
istituzioni hanno manifestato appoggio alle popolazioni locali: la Cob (Centrale Operaia
della Bolivia), la Federazione degli Insegnanti delle scuole di La Paz, molti settori
sociali, la Chiesa cattolica nella persona del vescovo della diocesi di El Alto, mons.
Jesus Juarez, che è vicepresidente della Pastorale sociale Caritas boliviana, il quale
ha lanciato un appello per aprire il dialogo e trovare degli autentici accordi. Proprio
ieri è iniziato a Cochabamba l'incontro del Consiglio permanente della Conferenza
episcopale boliviana, durante il quale si parlerà di questa situazione e di altri
problemi sociali della Bolivia. La situazione è diventata tesa dopo l'approvazione
della "consultazione" sulla costruzione dell’autostrada nella zona del Tipnis, malgrado
il governo abbia specificato che si tratta solo di una consultazione e non dell’approvazione
definitiva per la costruzione dell'opera. (R.P.)