2012-07-05 16:07:43

Parte a Rondine il progetto per una nuova classe dirigente per la Sponda Sud del Mediterraneo


Un mare tra due sponde, un ponte tra due mondi" è il titolo del simposio internazionale che oggi e domani inaugura a Rondine (Arezzo) il progetto triennale "Una nuova classe dirigente per la Sponda Sud del Mediterraneo". Sulla scia dei quindici anni di esperienza formativa del suo Studentato Internazionale, l'Associazione Rondine-Cittadella della Pace propone un'esperienza educativa a giovani professionisti provenienti dai Paesi che stanno attraversando la cosiddetta "Primavera araba", come Egitto, Libia e Tunisia. L'obiettivo, oltre a creare i leader di domani, è quello di creare ponti di fiducia e amicizia tra mondi vicini fisicamente, ma spesso lontani culturalmente. Fabio Colagrande ha intervistato Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine:RealAudioMP3

R. – Non eravamo mai approdati a questi nuovi Paesi: da quando si è scatenata la “Primavera araba” - questa grande rivoluzione, questo grande sommovimento culturale, spirituale, religioso - l'abbiamo seguita con grande attenzione e le relazioni che si sono maturate in questo anno e mezzo ci hanno portato a dire: proviamo il metodo di Rondine di formazione di classe dirigente anche verso questi Paesi. Anche perché - come diciamo nel titolo – in effetti c’è un mare tra noi, ma c’è un oceano di ignoranza, di pregiudizi. Noi dobbiamo lavorare con forza, affinché le future generazioni partano già bene, con il piede giusto, si conoscano e abbattano i pregiudizi: questo vuol dire la metafora della costruzione di ponti e quindi conoscenza vera, diretta ed elaborazione anche di un immaginario collettivo nuovo, quasi come un nuovo continente, dove Europa e sud del Mediterraneo comincino a concepirsi come una realtà assolutamente diversificata, ma anche unica per il destino del mondo.

D. – Perché un simposio internazionale per inaugurare questo progetto, simposio al quale partecipano – tra gli altri – il cardinale Tauran e il ministro Riccardi?

R. – Un Simposio per sondare istituzionalmente, culturalmente e direi anche scientificamente un’operazione di lungo respiro. Il progetto è triennale: lo seguiremo tutti insieme; ne aggiusteremo il tiro strada facendo, vedendo le imperfezioni del primo anno, ma speriamo molto anche sui punti luminosi, e quindi lo rafforzeremo. Sarà seguito come un investimento, perché il governo italiano punta molto su questa sponda sud e il ministro Riccardi si spende con forza e con grande determinazione.

D. – Tunisia, Egitto, Libia sono tre Paesi che dimostrano, però, le luci e le ombre anche legate alla “Primavera araba”. Come dobbiamo guardare a questo fenomeno storico che è ancora in atto?

R. – Dobbiamo guardare – direi - con grande vigilanza e attenzione, ma senza che questo inibisca una simpatia umana. Noi siamo “infettati” da pregiudizi e i pregiudizi – come sappiamo – si compongono da molti elementi: uno, non l’unico ma certamente importante, è l’ignoranza. Noi non conosciamo cosa stia succedendo in quei Paesi; l’informazione è come sempre parziale e spesso ad usum di interessi parziali. In questo modo, noi vogliamo invece porre un luogo dove ci siano delle conoscenze autentiche: verranno qui i primi quindici giovani che sono stati protagonisti veri di questi movimenti, in modi anche molto diversi. Dall’Egitto avremo anche i musulmani e i copti e quindi avremo i cristiani e gli islamici; dalla Tunisia avremo anche le personalità e i giovani con forti personalità che, dalla poesia all’economia, hanno ispirato questi movimenti e che stanno costruendo già nel loro immaginario il loro cuore e il loro futuro. Noi dobbiamo preservare queste perle preziose, incoraggiarle e innestarle in forti rapporti di amicizia e di cooperazione. Ecco perché c’è il ministro Riccardi, ecco perché c’è il cardinale Tauran, ecco perché ci sono gli ambasciatori di Egitto e di Tunisia…. E’ un vero simposio, che si mette intorno ad una grande scommessa di formazione, di cui spesso si parla, ma che poi è sempre difficile da realizzare o è fatta in maniera – a volte – dispersiva.







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