Onu: responsabilità del Rwanda nelle violenze del Nord-Kivu
È stato diffuso il rapporto annuale del Comitato di sanzioni dell’Onu sulla Repubblica
Democratica del Congo, un documento di 48 pagine che evidenzia le responsabilità del
governo ruandese nel clima di violenza del Nord-Kivu, già a partire dal 1994. Il rapporto
– riferisce l’agenzia Misna – aaccusa il governo di Kigali di “fornire materiale militare,
armi e munizioni ai ribelli del Movimento del 23 marzo” e di “dare sostegno e protezione
al generale latitante Bosco Ntaganda”, ricercato per crimini di guerra. A sostegno
dell’accusa verso il Rwanda ci sarebbero foto di armi e attrezzature militare di provenienza
ruandese e le testimonianze di 80 soldati ammutinati dell’esercito congolese, tra
i quali 31 cittadini ruandesi che si erano arruolati nel Movimento del 23 marzo, i
quali hanno descritto le modalità di reclutamento di persone per conto del Movimento
da parte di ufficiali del Ruanda. Il documento Onu cita inoltre il ministro della
Difesa di Kigali James Kabarebe e il capo di stato maggiore Charles Kayonga tra gli
ufficiali ruandesi coinvolti. Alcuni osservatori sottolineano, però, che probabilmente
non ci saranno sanzioni effettive da parte del Consiglio di sicurezza, poiché il Rwanda
gode del sostegno di molti tra i 15 Stati rappresentati nell’Onu. L’organizzazione
congolese di difesa dei diritti umani Voix des sans voix (Vsv), che aveva già denunciato
violenze, stupri e incendi nel Nord-Kivu, attraverso un comunicato ha affermato che
“è giunta l’ora che la comunità internazionale condanni senza mezze misure il presidente
Paul Kagame e lo spinga a un dialogo sincero con il suo vicino di casa, ad aprire
uno spazio democratico in Rwanda e a dialogare con i suoi compatrioti delle Fdlr (Forze
democratiche di liberazione del Rwanda, hutu)”. Vsv ha, inoltre, sottolineato che
“le velleità di espansione, gli interessi economici milionari, a cominciare dallo
sfruttamento illecito delle risorse naturali congolesi, e il perdurare della presenza
delle Fdlr nell’est congolese rappresentano anche una minaccia per la pace, la stabilità
e la sicurezza di tutta l’Africa centrale”. (A.C.)