Perù: la Chiesa chiede di fermare le violenze dopo i 3 morti di ieri a Celendin
L'ex presidente della Conferenza episcopale del Perù e vescovo emerito di Chimbote,
mons. Luis Bambaren, ha denunciato la violenza scoppiata nella provincia di Celendín,
nella zona di Cajamarca (nord del Perù), dove la popolazione manifesta contro la realizzazione
del progetto minerario Conga, e ha sollecitato la mediazione della Chiesa cattolica,
offerta dalla Conferenza episcopale peruviana (Cep). Nella nota ripresa dall'agenzia
Fides, si legge che mons. Bambaren ha affermato che sia il governo centrale che le
organizzazioni sociali di Cajamarca, che si oppongono al progetto minerario Conga,
dovrebbero immediatamente accettare la mediazione di padre Gaston Garatea proposta
dalla Cep. Il vescovo ha sottolineato che padre Garatea è un sacerdote con molta esperienza
e ben accetto nelle comunità andine, e potrebbe indicare cosa è meglio per lo sviluppo
di quella regione andina. "Il dialogo è l'unico modo per risolvere le divergenze in
questi momenti difficili. Io faccio appello ai miei fratelli di Celendín per fermare
la violenza e favorire il dialogo" ha concluso il vescovo. Secondo informazioni locali
inviate a Fides, almeno tre persone sono state uccise e 20 ferite in uno scontro fra
polizia e manifestanti verificatosi ieri, a Celendin. I manifestanti protestavano
contro il progetto minerario Conga, che prevede l’apertura di una serie di miniere
nella zona di Cajamarca. Il progetto, del valore di oltre 5.000 milioni di dollari
(quasi 4.000 milioni di euro), è da tempo contestato dalla popolazione locale. Dopo
la protesta di ieri, che è stata la più violenta, il governo ha dichiarato lo stato
di emergenza nella regione di Cajamarca e ha ordinato l'intervento dell'esercito per
ristabilire l'ordine nella cittadina di Celendín, centro della protesta anti-mineraria.
(R.P.)