Kenya: dopo gli attentati alle chiese il vescovo di Garissa chiede più collaborazione
con i musulmani
“La situazione è calma. Sia i cristiani sia i musulmani hanno condannato gli attentati.
Tutti affermano che non esiste una guerra di religione ma che gli assalti alle due
chiese sono probabilmente una reazione alla presenza dell’esercito keniano in Somalia”
dice all’agenzia Fides mons. Joseph Alessandro, vescovo coadiutore di Garissa, la
località del Kenya dove domenica 1° luglio sono state attaccate due chiese, tra le
quali la cattedrale cattolica. “Ieri si è svolto un incontro con le autorità civili
e religiose dell’area, al quale abbiamo partecipato come Chiesa cattolica” dice mons.
Alessandro, che aggiunge: “il vescovo, mons. Paul Darmanin, ha organizzato una riunione
che si terrà domani con i sacerdoti, i religiosi e le religiose per verificare la
situazione. L’intenzione è quella di accrescere gli aiuti ai musulmani per dimostrare
che non abbiamo nulla contro di loro. Già ora ogni mese distribuiamo cibo anche a
famiglie musulmane in difficoltà a causa della carestia”. La stampa somala riporta
l’arresto di alcune persone che sarebbero coinvolte nel duplice attentato contro le
chiese di Garissa. “Non abbiamo ancora notizie di arresti di persone coinvolte negli
attentati - afferma mons. Alessandro - e non si sa se gli attentatori provengano da
fuori o siano del posto. È comunque vero che qui ci sono alcuni simpatizzanti degli
Shabaab. D’altronde la popolazione dell’area è formata da somali, ed è difficile distinguere
tra chi è del posto e chi viene dalla Somalia” conclude mons. Alessandro. (R.P.)