2012-07-03 13:43:51

Vescovi Usa: nella Festa dell’Indipendenza, chiude la campagna per la libertà religiosa


Si conclude domani, significativamente nell’"Independence Day", la campagna per la libertà religiosa promossa dai vescovi degli Stati Uniti. L’iniziativa, durata due settimane, denuncia le misure della riforma sanitaria voluta dall’amministrazione Obama che obbligano anche gli istituti cattolici a fornire farmaci abortivi e contraccettivi ai propri dipendenti. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Momenti di preghiera, dibattiti, articoli, cortei: per due settimane le diocesi degli Stati Uniti si sono impegnate coralmente in difesa della libertà religiosa e dell’obiezione di coscienza, minacciate da alcune disposizioni della riforma sanitaria in materia di aborto e contraccettivi. L’iniziativa, intitolata icasticamente Fortnight for Freedom, “Due settimane per la libertà”, si concluderà domani in modo solenne con una Messa al Santuario nazionale dell’Immacolata Concezione di Washington. Al microfono di Christopher Wells, il cardinale arcivescovo di Chicago Francis E. George sottolinea l’importanza di questa battaglia dei presuli americani:

“The United States proud himself to be the land of free, but religion liberty…
Gli Stati Uniti si vantano di essere la terra della libertà. Ma la libertà religiosa, che è la prima libertà, è ora seriamente a rischio se non si cambierà la riforma sanitaria. Sin dal 1990 i vescovi hanno affermato che l’accesso universale ai servizi sanitari caratterizza una buona società: sulla realizzazione di questi obiettivi siamo d’accordo anche noi con la Casa Bianca. Ma non dovremmo in nome della realizzazione di questi obiettivi sacrificare la libertà religiosa. Con questa poi sacrificheremmo anche la libertà di grandi istituzioni ad agire nel campo dell’assistenza sanitaria, dell’educazione, dei servizi sociali, come anche delle istituzioni caritatevoli cattoliche”.

E domani, la Conferenza episcopale statunitense ha invitato tutte le parrocchie del Paese a far suonare le campane per sottolineare che la libertà religiosa è il valore più caro al popolo americano. Ancora una riflessione del cardinale George:

“To be a public institution you must be secular…
Per essere un’istituzione pubblica, dice ora il governo, è necessario essere laici. Questo per noi rappresenta un momento nuovo: come se la Terza Repubblica francese fosse arrivata in Nord America. Non abbiamo mai avuto questa esperienza e siamo quindi sorpresi. Il governo ha deciso cosa sia religioso, ma questo essere religioso non coincide con il nostro essere religiosi! Prima, negli Stati Uniti, eravamo liberi di essere cattolici e il governo lo rispettava. Adesso no! Il governo ci dice: non dovete qualificarvi come cattolici se volete essere educatori, se operate nel settore sanitario o nei servizi sociali … Ma così anche le nostre istituzioni non sono cattoliche! E’ un’identità rubata! Il problema è molto serio!”.

L’iniziativa dei vescovi ha incontrato il sostegno fattivo anche di esponenti di altre fedi presenti negli Stati Uniti, tra cui Leith Anderson, presidente dell’Associazione nazionale degli Evangelici, e l’imam Faizul R. Khan, fondatore della Società islamica di Washington. In una lettera aperta, firmata da molti leader religiosi d’America, viene sottolineato che “nessun governo dovrebbe dire alle organizzazioni religiose in cosa credere”. Di qui, l’esortazione alle autorità politiche, affinché vengano corrette quelle norme della riforma sanitaria che violano la libertà di coscienza.







All the contents on this site are copyrighted ©.