Monti sulla spending review: non è una manovra aggiuntiva
Dalla Camera il via libera al decreto sulla spending review. Non è una manovra aggiuntiva,
della quale, non c’è bisogno, ma una operazione strutturale. Il premier Monti ha descritto
così la spendind review, la revisione della spesa, nei suoi incontri di oggi prima
con gli enti locali poi con i sindacati. Obiettivo principale del decreto: evitare
l’aumento dell’Iva a ottobre che deprimerebbe i consumi. Servono a questo scopo 4,2
miliardi di euro; ma l’ammontare complessivo del provvedimento sarà molto più alto,
circa il doppio, a causa del terremoto in Emilia e della vicenda esodati. Tra i capitoli
di spesa più colpiti: la sanità e soprattutto il pubblico impiego, con la riduzione
del 10% dei dipendenti e del 20% dei dirigenti. Molto critici i sindacati, che non
escludono lo sciopero generale. La spending review, divisa in tre fasi, servirà
a eliminare gli sprechi senza ridurre i servizi e senza fare tagli con l’accetta,
assicura il presidente del Consiglio. Che nel pomeriggio ha riferito in aula al Senato
sull’ultimo, importantissimo vertice di Bruxelles. Un passo verso l’Europa che vogliamo,
lo ha definito Monti per il quale le iniziative decise per la crescita e l’occupazione
daranno stimolo all’economia. Ora gli eurobond non sono più un tabù. Ma, avverte,
il percorso di stabilizzazione dei mercati non è ancora finito, anche per le resistenze
di Olanda e Finlandia. La posizione del governo italiano, ha aggiunto il premier,
è stata molto aiutata dalla riforma del lavoro approvata alla vigilia dal Parlamento.
Monti auspica dunque una prospettiva più serena fino alla primavera 2013, fine naturale
della legislatura.