2012-07-03 13:11:42

Mali, distrutta dagli integralisti la porta sacra della moschea di Sidi Yahia


La comunità internazionale sempre più preoccupata per quanto sta avvenendo in Mali. Gli integralisti islamici di "Ansar Dine" continuano ad annientare sistematicamente il patrimonio culturale musulmano. Tra gli ultimi episodi: la distruzione della porta sacra della moschea di Sidi Yahia, uno dei tre grandi tempi di Timbuctu, la mitica città nel Nord del Paese africano, patrimonio dell’umanità. L’attacco si aggiunge alla distruzione, nei giorni scorsi, di altri dieci antichi mausolei. Come leggere questi episodi? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Elisa Giunchi, docente di Storia e Istituzioni dei Paesi Islamici all’Università di Milano:RealAudioMP3

R. – Penso sia come un desiderio di autodefinire la propria religione, rispetto a una visione abbastanza tollerante e flessibile da parte occidentale di quello che è l’islam e in particolare l’islam africano; e poi una volontà anche di contrapporsi a forme di religiosità molto più sincretistiche e ibride, che accettano notevoli compromessi con la realtà sociale.

D. – Il mondo islamico ci appare sempre più sfaccettato rispetto a quello che pensavamo…

R. – Lo è sicuramente. E’ una cosa che poi gli studiosi raccontano da tempo, ma che sui mass media spesso non torna. Ci sono confini interni alla comunità islamica e un tentativo da parte di alcune forme di religiosità di prevalere sulle altre e di portare avanti un processo di omogeneizzazione interna all’islam, perseguito soprattutto da interpretazioni rigoriste che tengono a semplificare e a creare un islam unico, standardizzato, rispetto a questa grandissima varietà - e anche tolleranza - che esiste tradizionalmente nel mondo musulmano e in particolare nel mondo musulmano non arabo.

D. – Esiste all’interno del mondo musulmano una volontà reale di dialogare con le altre grandi religioni, con l’ebraismo così come con il cristianesimo?

R. – Ci sono componenti più aperte al dialogo, altre molto più chiuse e altre, invece, che non dialogano neppure con altri gruppi che si considerano musulmani. Da parte di questi gruppi più "rigoristi" c’è anche il tentativo di screditare e di svalutare l’islamicità di altri gruppi.

D. – Il fatto che l’islam non abbia ancora concepito un’idea di Stato laico, e quindi che protegga anche tutte le espressioni religiose, come va interpretato?

R. – In realtà ci sono diversi intellettuali che hanno insistito sul fatto che l’islam vero è laico. Se si guarda alla storia del mondo musulmano si vede che praticamente sempre la storia del mondo sunnita è stata una storia di divisione tra sacro e profano e quindi di laicità. Nella maggior parte dei casi le figure religiose erano – fra l’latro – sottomesse, dipendenti dalle autorità politiche, che avevano tutto l’interesse ad avere un islam di Stato controllato dalle autorità. Questa è ancora oggi la realtà, sostanzialmente, in quasi tutto il mondo sunnita: anche oggi nel mondo sunnita non si trovano delle teocrazie!







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