2012-07-03 15:22:35

A Roma il Gruppo di contatto internazionale sulla Somalia


“Troppo sangue è stato versato dalla società somala”. Queste le parole del ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, che ha inaugurato ieri a Roma i lavori del Gruppo di contatto internazionale sulla Somalia, che proseguono oggi. Presenti delegazioni di 28 Paesi, 10 organismi internazionali e i rappresentanti dei principali gruppi politici somali. Tra gli argomenti in discussione, la bozza per la Costituzione stilata con l’ausilio dell’Onu: un accordo è stato raggiunto il 20 giugno e dovrà essere approvata entro il prossimo 20 agosto. Al momento, la missione africana Amisom ha ridimensionato l’insurrezione attiva degli Al Shabaab, ma zone del Paese restano senza controllo. Della situazione in Somalia e delle prospettive, Fausta Speranza ha parlato con Aldo Pigoli, docente di storia dell’Africa contemporanea all’Università Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. – Il Paese è in una costante situazione di instabilità politico-miliare e dal 1991 non c’è controllo in parte del territorio, da parte delle istituzioni. La Somalia ha un contesto politico, sociale, estremamente frammentato, seppure all’interno di una coesione di tipo etnico che riguarda la maggior parte della popolazione, appunto di etnia somala, però estremamente frammentata dal punto di vista dei clan, familiare. Questo ha caratterizzato l’instabilità degli ultimi vent’anni insieme alla presenza di gruppi politico-militari, politico-economici, che cercavano di controllare varie parti del territorio, i famosi “warlords” somali. Il problema della pirateria è emerso in maniera evidente negli ultimi anni, poi c’è il tema del terrorismo che, soprattutto dall’11 settembre, ha visto la Somalia come uno dei principali epicentri.

D. – L’approvazione della Costituzione attesa per il 20 agosto che prospettive dovrebbe aprire?

R. – Dalla fine dell’anno scorso, è in atto un processo legato alla cosiddetta road map per la Somalia, che è un documento che riguarda la definizione di questioni come la sicurezza, la Costituzione nuova della Somalia in sostituzione di quella che sta per scadere, la definizione di nuove istituzioni, l’inclusione delle varie componenti politico-sociali del Paese, la questione della pirateria ed altro… Diciamo che il processo sta andando avanti in maniera positiva sia da un punto di vista della definizione delle varie questioni in ballo, sia dal punto di vista concreto della capacità delle istituzioni di far applicare questa road map, una nuova costituzione e quello che verrà in futuro. Da un altro punto di vista, però, non bisogna dimenticare che questo è uno degli ennesimi tentativi di riappacificazione interna di processo di sviluppo politico-istituzionale che in passato più di una volta sono falliti. Le attese sono molte. C’è anche forse la sensazione da più parti che sia la volta buona, sia la volta giusta, però all’interno del contesto somalo l’instabilità regna ancora sovrana e tutti guardano al processo di pace e di sviluppo istituzionale somalo con grande attenzione, perché da questo potrebbe dipendere poi a catena la capacità dell’intera regione di stabilizzarsi.







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