India. I cristiani: no alla legge "anti-conversione” nel Manipur
I cristiani rifiutano la proposta di introdurre una “legge anti-conversione” nello
stato di Manipur (India Orientale), che sottoporrebbe a un lungo iter, tramite la
polizia e la magistratura, il cittadino che volesse cambiare religione. La proposta,
sollevata da un “Forum dei Popoli indigeni” nei giorni scorsi, viene presentata come
“legge per garantire la libertà di religione”. Invece, nota all'agenzia Fides il “Global
Council of Indian Christians” (Gcic), “in tutte le sedi, nazionali e internazionali,
si è definito che tali leggi anti-conversione sono leggi draconiane che violano i
diritti fondamentali e costituzionali dei cittadini”. Secondo i cristiani, tali leggi
sono strumenti nelle mani di gruppi estremisti indù che sono contrari alla presenza
dei cristiani nel Paese e li accusano di “proselitismo e conversioni forzate”. “Le
leggi anti-conversione in Orissa, Madhya Pradesh e Chhattisgarh – nota il Gcic – sono
state sottoposte ad abusi da parte di forze estremiste indù per colpire le minoranze
religiose, avvelenando il tessuto sociale e seminando odio all'interno degli Stati
di Orissa e Gujarat”. Il Gcic chiede al governo la autentica tutela della libertà
di coscienza e di religione e dei diritti fondamentali di ogni cittadino. (R.P.)