Elezioni in Senegal: iniziato lo spoglio dei voti. Bassa l'affluenza
Si sono svolte regolarmente e nella calma ma senza grande partecipazione le elezioni
legislative di ieri: è quanto dichiarato dalla Commissione elettorale nazionale autonoma
(Cena) che, però, non ha ancora pubblicato dati ufficiali globali sullo spoglio in
corso. Dalle prime tendenze diffuse da 1700 osservatori nazionali dell’Associazione
culturale di autopromozione educativa e sociale (Acapes), riferisce l'agenzia Misna,
ha votato solo il 21% dei 5,3 milioni di senegalesi attesi alle urne. Ieri erano chiamati
a scegliere i 150 deputati dell’Assemblea nazionale tra 7200 candidati di 24 liste,
un record storico. Di questi 90 saranno scelti su base regionale, o meglio dagli elettori
dei 45 dipartimenti in cui il territorio è suddiviso, e gli altri 60 lo saranno sulla
base di liste nazionali. Secondo altri dati, a non votare è stato il 65% dei senegalesi:
un tasso di astensione inferiore rispetto alle legislative del 2007 ma sempre “troppo
alto” riferisce il quotidiano privato Walfadjri, che lo interpreta come “il poco entusiasma
degli elettori nel dare una solida maggioranza parlamentare” al presidente Macky Sall.
La stessa lettura della giornata elettorale viene data dagli altri giornali, tra cui
L’Office, secondo chi è “il trionfo dell’astensionismo”. Oltre alla partecipazione,
l’altra posta in gioco non è tanto chi otterrà la maggioranza in parlamento ma quanti
seggi conquisterà l’ex partito al potere, il Partito democratico senegalese (Pds)
del Capo di Stato uscente Abdoulaye Wade. Dai primi exit poll emerge un netto vantaggio
per la coalizione Bennoo Bokk Yaakaar (Bby, Uniti con la stessa speranza in lingua
wolof), che ha sostenuto Sall alle presidenziali dello scorso febbraio, in una quarantina
di dipartimenti (su 45) e nei principali capoluoghi, tra cui Dakar, la capitale, Thies,
Kaolack e Saint Louis. All’opposizione, divisa in due formazioni, non è ancora chiaro
quale sia stata la più votata tra il Pds e i dissidenti della coalizione più liberale
Bokk Guiss-Guiss (Visione comune) guidata dal presidente del Senato, Pape Diop, e
dell’Assemblea nazionale, Mamadou Seck. Alcuni osservatori sottolineano anche i netti
progressi compiuti dalle liste presentate da capi religiosi, che dovrebbero ottenere
diversi rappresentanti in parlamento. Dalla nuova assemblea che uscirà dalle urne
faranno parte 75 donne, come conseguenza della legge approvata nel maggio 2010 e che
sancisce la parità assoluta in tutte le istituzioni elette; nel parlamento uscente
sedevano 33 donne. (R.P.)