2012-07-02 14:26:41

Argentina: i vescovi sulla depenalizzazione del possesso di droghe ad uso personale


Nessuna criminalizzazione dei tossicodipendenti che vanno invece aiutati, ma fermo rifiuto di qualsiasi legalizzazione del consumo di droghe. I vescovi argentini esprimono così la loro posizione in merito ad alcuni progetti allo studio delle Commissioni della Camera dei Deputati che vogliono depenalizzare il possesso di droghe per consumo personale. In una nota diffusa nei giorni scorsi in occasione della Giornata internazionale contro la droga e il traffico illecito di stupefacenti, la Commissione per la tossicodipendenza della Conferenza episcopale ricorda che la droga “è sempre nociva e dannosa per la salute, ma colpisce con maggiore durezza i più deboli” e segnatamente i poveri. “Si può riconoscere ai poveri il diritto di drogarsi, quando non gli sono stati garantiti il diritto all’alimentazione durante la loro infanzia, a una vita dignitosa, assistenza sanitaria,un’educazione di qualità e tanti altri diritti?”, si chiedono i vescovi argentini. La nota ribadisce quindi che se la Chiesa è sempre stata contraria alla la criminalizzazione dei tossicodipendenti, sostiene anche che “se non si offrono possibilità concrete di recupero, il povero finisce per rubare, prostituirsi o mendicare per potere acquistare le sostanze stupefacenti”. Per questo i vescovi argentini insistono nel dire che “la discussione non può essere ridotta a un sì o un no alla depenalizzazione, ma va inserita in un quadro più ampio”. Secondo i presuli, occorre “contestualizzare la legislazione in materia”. “Se ai giovani e alla società arriva un messaggio che promuove il consumo di droghe – ammoniscono – continueremo a seguire una strada sempre peggiore”. Quello che occorre invece – conclude la nota - è investire di più nell’aiuto e nell’assistenza ai tossicodipendenti e alle loro famiglie, piuttosto che in misure solo repressive. (L.Z.)







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