Presto padre Puglisi sarà Beato: il ricordo di Don Ciotti
“Un modello di amore e di fedeltà al Vangelo”. Così il presidente di Libera, don Luigi
Ciotti descrive padre Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993 e che
presto sarà Beato. Al microfono di Emanuela Campanile, don Luigi Ciotti
comincia il suo ritratto dalla “fine”, dalle parole con le quali padre Puglisi
venne ricordato al suo funerale:
R. – Per me
è importante quello che disse proprio il grande cardinale Salvatore Pappalardo al
suo funerale, quando disse: “Hanno ucciso un prete che faceva il proprio dovere e
concepiva la missione evangelica secondo principi moderni”. Per lui l’attività pastorale
era anche promozione civile.
D. – Don Puglisi è stato un uomo coraggioso e
franco, che ha fatto un bellissimo sogno: portare il sole nel quartiere di Brancaccio.
Dopo di lui è sembrato che la speranza si fosse spenta. Qual è stata l’eredità in
questa zona così difficile?
R. – Devo dire che quel modello di sacerdote che
la mafia voleva cacciare in sagrestia, oggi viene riconosciuto dalla Chiesa come la
massima fedeltà al Vangelo, cioè che la vita di don Pino, il suo impegno – l’impegno
sacerdotale, innanzitutto – la sua voglia di togliere i ragazzi dalla strada, la sua
passione educativa, il suo coraggio sociale fino ad esporsi anche contro il potere
delle mafie, ha graffiato le coscienze, ha stimolato molti di noi a continuare, raccogliendo
il testimone, questo impegno proprio sulla strada, nei quartieri difficili, nelle
periferie delle grandi città. Ora è un incoraggiamento, è stato ed è per noi, proprio
a servire la Chiesa nelle periferie, nei quartieri difficili, nel contrasto alla violenza,
con la dimensione educativa, con la testimonianza cristiana, con la responsabilità
civile, nell’annuncio di una parola per dare aiuto a cercare verità e costruire giustizia.