Allarme dell'Unicef per i bambini rifugiati della Siria
Cresce il numero dei bambini e adolescenti che scappano dal conflitto in corso in
Siria. Secondo le stime dell’Unicef, entro i prossimi mesi le persone in cerca di
protezione saranno più di 185mila pertanto è necessario far fronte alla richiesta
di aiuto. Benedetta Capelli ha raccolto l’appello di Andrea Iacomini,
portavoce Unicef Italia: 00:03:07:06
R. – Sta aumentando in maniera
esponenziale e molto forte il numero dei rifugiati nei Paesi vicini alla Siria. La
situazione, quindi, in particolar modo dei bambini e delle donne, che sono il 75 per
cento di questo numero di rifugiati, è chiaramente molto difficile e va assolutamente
risolta. Basti pensare che si parla di 85 mila rifugiati in Giordania, in Turchia
e in Iraq … Ma occorre uno sforzo economico molto grande, ed è per questo che l’Unicef
ha lanciato una raccolta fondi di circa 14,4 milioni di dollari proprio per intervenire
immediatamente, sostenere con i propri programmi i bambini siriani che sono, purtroppo,
rifugiati in queste zone, come ha detto anche l’Unhcr nell’ultimo rapporto di qualche
giorno fa.
D. – Come si può contribuire e quindi aiutare i bambini siriani?
R.
– Naturalmente, andando sul nostro sito dove si possono donare fondi per raggiungere
quella cifra. E’ chiaro che la situazione è abbastanza precaria sia dal punto di vista
dell’istruzione, perché un dato fondamentale che l’Unicef sta cercando di realizzare
è proprio riuscire a dare continuità di studi a questi bambini: questi sono bambini
violati, bambini che con i loro occhi assistono alla guerra. L’Unicef, invece, proprio
attraverso i suoi programmi – e quindi, per questo è importante donare – sta cercando
ad esempio in Giordania di sostenere i corsi di studio di questi bambini in maniera
assolutamente gratuita; poi, viene data assistenza sanitaria e igienica a circa 7
mila bambini rifugiati, insieme all’acqua. E questo, forse, è l’intervento più importante
e quello più costoso.
D. – Quindi, abbiamo detto: scuola, assistenza sanitaria.
Altri tipi di sostegno?
R. – Sì: scuola, assistenza sanitaria – quindi abbiamo
detto acqua, forniture igieniche – ma anche veri programmi sia di protezione psicologica
– non dimentichiamo che questi bambini hanno visto il terrore. Proprio per questo,
nei campi dove sono rifugiati– e quindi specialmente in Turchia, ma anche in Iraq
– in aiuto e in collaborazione con i governi, l’Unicef sta allestendo spazi per i
bambini dove vengono sviluppate molteplici attività all’interno delle quali, quindi,
si cerca di creare un ambiente il più possibile “dalla parte dei bambini”, il più
possibile consono alle loro attitudini, naturalmente senza che gli sconvolgimenti
della guerra cadano sulle loro spalle.
D. – Ti chiedo di fare un bilancio dell’attività
dell’Unicef in Siria.
R. – Il bilancio è assolutamente positivo. In particolar
modo, ci tengo a dare un dato che è fondamentale. Abbiamo detto che ci sono circa
85 mila rifugiati di cui la metà sono donne e bambini. L’Unicef stima addirittura
che nei prossimi mesi questi rifugiati arriveranno a 185 mila e che quindi la cifra
dei bambini siriani aumenterà sempre di più. Il bilancio è certamente positivo proprio
perché l’Unicef in un Paese come la Giordania ha assistito ben 13 mila bambini; in
Paesi come la Turchia, l’Iraq l’Unicef assiste circa 7-8 mila bambini. E’ chiaro che
bisogna fare di più ed è chiaro che la donazione ci aiuta a raggiungere il maggior
numero possibile di bambini, proprio alla luce dell’aumento di rifugiati, di bambini
che fuggiranno dalla Siria con le proprie famiglie, nei prossimi mesi.