A Ginevra Onu, Ue e alcuni Paesi arabi chiedono una transizione politica in Siria
Il mediatore internazionale per la Siria Kofi Annan ha ottenuto ieri a Ginevra l'appoggio
dei cinque Paesi permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu ad un piano di transizione
politica in Siria per porre fine alle violenze e agli scontri nel Paese. Ma le divergenze
sul futuro del presidente siriano al Assad non sembrano appianate. Il Piano di transizione
è stato approvato al termine di una lunga giornata di colloqui del nuovo Gruppo d'Azione,
che oltre ai cinque Paesi membri del Consiglio di sicurezza ha coinvolto i ministri
di Iraq, Qatar, Kuwait, Turchia, i segretari generali dell'Onu e della Lega araba,
e l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue. Il documento si pronuncia
per "un processo politico che porti ad una transizione che soddisfi le legittime aspirazioni
del popolo siriano" e la creazione di un organo esecutivo di transizione che potrà'
''includere membri dell'attuale governo, dell'opposizione e di altri gruppi'' e dovrà
essere ''formato sulla base di un mutuo consenso''. Per Damasco la riunione è stata
un “fallimento”.
Intanto cresce il numero dei bambini e adolescenti che scappano
dal conflitto in corso in Siria. Secondo le stime dell’Unicef, entro i prossimi mesi
le persone in cerca di protezione saranno più di 185mila pertanto è necessario far
fronte alla richiesta di aiuto. Benedetta Capelli ha raccolto l’appello di
Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia:
R. – Sta aumentando
in maniera esponenziale e molto forte il numero dei rifugiati nei Paesi vicini alla
Siria. La situazione, quindi, in particolar modo dei bambini e delle donne, che sono
il 75 per cento di questo numero di rifugiati, è chiaramente molto difficile e va
assolutamente risolta. Basti pensare che si parla di 85 mila rifugiati in Giordania,
in Turchia e in Iraq … Ma occorre uno sforzo economico molto grande, ed è per questo
che l’Unicef ha lanciato una raccolta fondi di circa 14,4 milioni di dollari proprio
per intervenire immediatamente, sostenere con i propri programmi i bambini siriani
che sono, purtroppo, rifugiati in queste zone, come ha detto anche l’Unhcr nell’ultimo
rapporto di qualche giorno fa.
D. – Come si può contribuire e quindi aiutare
i bambini siriani?
R. – Naturalmente, andando sul nostro sito dove si possono
donare fondi per raggiungere quella cifra. E’ chiaro che la situazione è abbastanza
precaria sia dal punto di vista dell’istruzione, perché un dato fondamentale che l’Unicef
sta cercando di realizzare è proprio riuscire a dare continuità di studi a questi
bambini: questi sono bambini violati, bambini che con i loro occhi assistono alla
guerra. L’Unicef, invece, proprio attraverso i suoi programmi – e quindi, per questo
è importante donare – sta cercando ad esempio in Giordania di sostenere i corsi di
studio di questi bambini in maniera assolutamente gratuita; poi, viene data assistenza
sanitaria e igienica a circa 7 mila bambini rifugiati, insieme all’acqua. E questo,
forse, è l’intervento più importante e quello più costoso.
D. – Quindi, abbiamo
detto: scuola, assistenza sanitaria. Altri tipi di sostegno?
R. – Sì: scuola,
assistenza sanitaria – quindi abbiamo detto acqua, forniture igieniche – ma anche
veri programmi sia di protezione psicologica – non dimentichiamo che questi bambini
hanno visto il terrore. Proprio per questo, nei campi dove sono rifugiati– e quindi
specialmente in Turchia, ma anche in Iraq – in aiuto e in collaborazione con i governi,
l’Unicef sta allestendo spazi per i bambini dove vengono sviluppate molteplici attività
all’interno delle quali, quindi, si cerca di creare un ambiente il più possibile “dalla
parte dei bambini”, il più possibile consono alle loro attitudini, naturalmente senza
che gli sconvolgimenti della guerra cadano sulle loro spalle.
D. – Ti chiedo
di fare un bilancio dell’attività dell’Unicef in Siria.
R. – Il bilancio è
assolutamente positivo. In particolar modo, ci tengo a dare un dato che è fondamentale.
Abbiamo detto che ci sono circa 85 mila rifugiati di cui la metà sono donne e bambini.
L’Unicef stima addirittura che nei prossimi mesi questi rifugiati arriveranno a 185
mila e che quindi la cifra dei bambini siriani aumenterà sempre di più. Il bilancio
è certamente positivo proprio perché l’Unicef in un Paese come la Giordania ha assistito
ben 13 mila bambini; in Paesi come la Turchia, l’Iraq l’Unicef assiste circa 7-8 mila
bambini. E’ chiaro che bisogna fare di più ed è chiaro che la donazione ci aiuta a
raggiungere il maggior numero possibile di bambini, proprio alla luce dell’aumento
di rifugiati, di bambini che fuggiranno dalla Siria con le proprie famiglie, nei prossimi
mesi.