Borse in positivo dopo il vertice Ue. L'esperto: ora bisogna consolidare
La reazione dei mercati ai risultati del vertice Ue sono stati entusiasmanti, con
Piazza Affari che ha guadagnato oltre il 6%. Tuttavia, il vero test per i mercati
sarà l'apertura delle contrattazioni di lunedì. L'agenzia di rating Fitch ha promosso
le decisioni di Bruxelles che “allentano le tensioni sui rating dei Paesi euro nel
breve termine” ed ha parlato di esito superiore alle attese. Sentiamo Carlo Dell’Aringa,
docente di economia politica all’Università cattolica di Milano. L’intervista è di
Stefano Leszczynski:
R. – Credo che
questa volta potremmo avere un filo di speranza in più perché ci sono le premesse
perché i risultati raggiunti sul fronte della borsa e dello spread possono essere
definitivi per quello che abbiamo già raggiunto ma possono addirittura migliorare
se nel prosieguo degli accordi che si svolgeranno a livello europeo saranno confermate
le buone intenzioni che sono emerse ieri, ma soprattutto le intenzioni manifestate
- ricordiamo - da un gruppo di Paesi consistente. Quindi certamente quello che è stato
raggiunto ci fa sperare, molto più di quanto non sia successo in circostanze analoghe
in passato, che molto sia stato fatto ma che molto anche possa essere consolidato.
D.
– Quando noi parliamo di speculazione pensiamo spesso ai mercati finanziari. Non è
che questa volta magari si è fatta aleggiare un po’ l’idea che la speculazione potesse
venire anche da alcuni Stati partner?
R. – Distinguerei le cose. Da un lato
abbiamo la speculazione che talvolta in modo eccessivo è essa stessa che crea il problema
più che reagire a un problema. Poi vi sono Paesi che possono trarre anche vantaggio
da questa attività dei mercati ma in modo indiretto. Per esempio la Germania trae
vantaggio dalla speculazione in una situazione in cui i tassi di interesse che gli
investitori pagano in Germania per fare i loro investimenti sono infinitamente più
bassi di quelli pagati in Italia.
D. – Il ruolo della Bce risulterebbe molto
rafforzato se questi accordi venissero effettivamente implementati. Questo è un bene?
R.
– Certamente perché sappiamo che la Bce è un’istituzione che fino ad ora ha dato buona
prova di se stessa. Ha al comando una persona di grande prestigio internazionale ed
è una delle istituzioni più efficienti esistenti a livello europeo. Ed è vero che
alla Bce è stato dato un compito molto importante. Primo, perché le attività dei fondi
salva-Stato devono passare attraverso la Bce. Secondo, alla Bce verrà chiesto di svolgere
un ruolo di sorveglianza sulle banche dell’area monetaria e questo è un ruolo fondamentale.
Questo certamente significa una cessione di sovranità delle singole banche centrali,
dei singoli Paesi, perché sarà la Bce a svolgere una sorveglianza nei confronti delle
banche per vedere se queste banche meritano di essere ricapitalizzate - cioè di essere
aiutate, sempre con le risorse dei fondi salva-Stato - e soprattutto se danno le garanzie
di utilizzare questi capitali per mettere a posto i loro bilanci e aprire una stagione
anche per loro di crescita. Uno dei problemi da risolvere è se queste risorse di cui
dispongono i fondi salva-Stato sono sufficienti per fare quella barriera di fuoco
che può scoraggiare i mercati dalla loro attività di speculazione.