2012-06-29 15:19:04

Spoleto, Festival dei due mondi: i vizi capitali visti da sette grandi predicatori


Si inaugura oggi a Spoleto il "Festival dei Due Mondi": grandi spettacoli, artisti di prestigio, giornate dense di appuntamenti con il teatro, la musica, la danza, le mostre. E un evento inconsueto e originale: le “Prediche sui sette vizi capitali”, affidate a brillanti predicatori, per portare la parola cristiana a nuovo pubblico e in contesti davvero inusuali. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

Una delle città più belle e famose del mondo, Spoleto, torna ad animarsi di artisti accogliendo uno dei Festival più amati, risorto a vita nuova e splendente grazie all’impegno del suo presidente e direttore artistico, Giorgio Ferrara. Appuntamenti dalla mattina alla sera nei teatri, nelle chiese e nelle piazze, un caleidoscopio di proposte di altissimi livello per qualità e titoli. A lui abbiamo chiesto come presenterebbe questa 55.ma edizione:

“Io ho creato una specie di slogan, quest’anno: 'Di due mondi, ce n’è uno'. Il Festival di Spoleto, ormai, in questi cinque anni si è riqualificato come evento maggiore tra i festival europei. Poi sono passati cinque anni, come di dita di una mano tornata ad afferrare il filo delle idee nuove e delle grandi memorie, e capaci di tenerlo stretto nel suo pugno”.

Un cartellone così ampio su quali fondamenta poggia?

“Poggia sulle linee guida che abbiamo stabilito in questi cinque anni, e cioè: grande vetrina internazionale nelle quattro discipline importanti che sono opera lirica, danza, musica e la quarta, che era un po’ sparita e che io ho riportato a nuova vita: il teatro, il teatro di prosa”.

Tra gli eventi del Festival, a partire dal giorno inaugurale, ecco anche nel pomeriggio le “Prediche sui sette vizi capitali”, riflessioni affidate al cardinale Ravasi – la lussuria – ai vescovi Fisichella, Paglia e Boccardo – rispettivamente la superbia, l’invidia e l’avarizia – a mons. Sequeri, l’accidia, a padre Enzo Bianchi, l’ira, e a don Fabio Rosini, la gola. Come è nato questo progetto?

“Pensavo fosse giusto in qualche modo parlare alla coscienza di tutti, e poi risvegliarla anche con la capacità retorica di incatenare l’attenzione, di muovere i sentimenti in una maniera antica, che non è più tanto frequentata. Con mons. Fisichella ci siamo visti, ne abbiamo parlato, io gli ho raccontato questa mia idea: ha subito aderito con entusiasmo e quindi, con la collaborazione del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione e con i consigli di Lucetta Scaraffia siamo riusciti a mettere insieme una serie di 'predicatori' di grande smalto, i quali – in questa bellissima chiesa di San Domenico – si alterneranno a predicare con il tema dei vizi capitali”.







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