Spoleto, Festival dei due mondi: i vizi capitali visti da sette grandi predicatori
Si inaugura oggi a Spoleto il "Festival dei Due Mondi": grandi spettacoli, artisti
di prestigio, giornate dense di appuntamenti con il teatro, la musica, la danza, le
mostre. E un evento inconsueto e originale: le “Prediche sui sette vizi capitali”,
affidate a brillanti predicatori, per portare la parola cristiana a nuovo pubblico
e in contesti davvero inusuali. Il servizio di Luca Pellegrini:
Una delle città
più belle e famose del mondo, Spoleto, torna ad animarsi di artisti accogliendo uno
dei Festival più amati, risorto a vita nuova e splendente grazie all’impegno del suo
presidente e direttore artistico, Giorgio Ferrara. Appuntamenti dalla mattina
alla sera nei teatri, nelle chiese e nelle piazze, un caleidoscopio di proposte di
altissimi livello per qualità e titoli. A lui abbiamo chiesto come presenterebbe questa
55.ma edizione:
“Io ho creato una specie di slogan, quest’anno: 'Di due
mondi, ce n’è uno'. Il Festival di Spoleto, ormai, in questi cinque anni si è riqualificato
come evento maggiore tra i festival europei. Poi sono passati cinque anni, come di
dita di una mano tornata ad afferrare il filo delle idee nuove e delle grandi memorie,
e capaci di tenerlo stretto nel suo pugno”.
Un cartellone così ampio su
quali fondamenta poggia?
“Poggia sulle linee guida che abbiamo stabilito
in questi cinque anni, e cioè: grande vetrina internazionale nelle quattro discipline
importanti che sono opera lirica, danza, musica e la quarta, che era un po’ sparita
e che io ho riportato a nuova vita: il teatro, il teatro di prosa”.
Tra
gli eventi del Festival, a partire dal giorno inaugurale, ecco anche nel pomeriggio
le “Prediche sui sette vizi capitali”, riflessioni affidate al cardinale Ravasi –
la lussuria – ai vescovi Fisichella, Paglia e Boccardo – rispettivamente la superbia,
l’invidia e l’avarizia – a mons. Sequeri, l’accidia, a padre Enzo Bianchi, l’ira,
e a don Fabio Rosini, la gola. Come è nato questo progetto?
“Pensavo fosse
giusto in qualche modo parlare alla coscienza di tutti, e poi risvegliarla anche con
la capacità retorica di incatenare l’attenzione, di muovere i sentimenti in una maniera
antica, che non è più tanto frequentata. Con mons. Fisichella ci siamo visti, ne abbiamo
parlato, io gli ho raccontato questa mia idea: ha subito aderito con entusiasmo e
quindi, con la collaborazione del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione
e con i consigli di Lucetta Scaraffia siamo riusciti a mettere insieme una serie di
'predicatori' di grande smalto, i quali – in questa bellissima chiesa di San Domenico
– si alterneranno a predicare con il tema dei vizi capitali”.