2012-06-29 14:24:22

Parrocchie e movimenti in Piazza San Pietro per esprimere solidarietà e vicinanza al Papa


Nel giorno della solennità dei Patroni di Roma centinaia di persone si sono riversate in Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus, accogliendo l’invito del cardinale Vicario Agostino Vallini alle parrocchie, ai movimenti, alle realtà ecclesiali, di stringersi intorno al Papa per ribadire solidarietà e vicinanza in un tempo per lui difficile. “Chiediamo alla Vergine – scrive il porporato – di custodire e proteggere il Santo Padre, fatto oggetto negli ultimi tempi di giudizi irriguardosi e falsi”. Cecilia Seppia ha raccolto per noi alcune testimonianze:RealAudioMP3

R. – Siamo qui, in questa occasione, per manifestare il nostro sostegno al Papa e per uscire dalle catacombe. Oggi, infatti, siamo molto addormentati e noi invece vogliamo testimoniare la nostra fede al fianco del Santo Padre e portarla in tutto il mondo.

D. – Perché avete scelto oggi di essere qui in piazza?

R. – Perché non potevo non scegliere, dovevo stare in questo momento qui davanti al Papa per fargli sentire che gli vogliamo bene e che c’è una Chiesa diversa da quella che viene presentata.

R. – Per esprimere tutta la nostra gratitudine a Benedetto XVI, alla testimonianza che sta dando in questo periodo storico di crisi e di fatica personale per lui, vista la confusione che c’è nella Chiesa.

R. – Come c’è scritto appunto sullo striscione, noi amiamo il Papa, lo sosteniamo e – anche se fa caldo e molti sono al mare e in vacanza – noi vogliamo essere qui a dimostrare che siamo con lui.

D. - Rispetto all’invito che ha fatto il cardinale Vallini alle diocesi, ai movimenti e alle parrocchie, questa preghiera mariana oggi acquista un significato diverso?

R. – Senz’altro, perché come nella lettura di oggi c’era Pietro, che era in prigione, e la comunità che pregava, così anche da noi Pietro è assediato da tutte queste notizie, da queste interpretazioni, e noi vogliamo essere una comunità che prega perché le catene e i preconcetti cadano.

R. – Siamo venuti tutti quanti per manifestare il nostro amore al Papa, la nostra gratitudine e il nostro affetto sincero. Per questo siamo qui oggi. Vogliamo dirgli che siamo davvero uniti a lui e tante grazie per la sua fedeltà, per il suo magistero e per guidare la Chiesa, unito a Cristo, come sta facendo, dando testimonianza della verità in mezzo al mondo.

D. – E’ una giornata torrida, si potrebbe essere altrove, invece avete accolto anche l’invito del cardinale Vallini di manifestare solidarietà in un momento così difficile per il Pontefice...

R. – Certo, sì, in una giornata poi dedicata ai Santi Pietro e Paolo, cui dobbiamo la nostra vita, la nostra salvezza, il fatto di essere nella Chiesa e di poter testimoniare Gesù Cristo, quello che abbiamo ricevuto, agli uomini.

D. – Tu sei?

R. – Suor Tatiana.

D. – Di quale istituto?

R. – Suore Francescane dell’Addolorata.

D. - E perché avete scelto oggi di essere qui?

R. – Vogliamo oggi gioire con il Papa in questo giorno di festa di San Pietro e San Paolo a Roma e sostenerlo: dare la nostra presenza, il nostro contributo per sostenerlo in questo tempo.

D. – Che cosa volete dire al Santo Padre?

R. – Unendoci a questa proposta del cardinale Vallini, vogliamo dire a Papa Benedetto che gli siamo vicini, con la preghiera, con la presenza, con la vita, perché camminiamo tutti insieme verso Gesù Cristo Signore, che ha patito, è morto ed è risorto per noi. Camminiamo con Lui nella gioia dei figli di Dio.

D. – Il Papa durante la Messa ha ribadito proprio l’importanza di sentirsi fratelli. In fondo vedendo questa piazza, riunita, gioiosa, tutta vicina al Santo Padre, ci si sente ancora più fratelli?

R. – La Chiesa è comunione. Siamo qui tutti insieme: aggregazioni, movimenti, comunità, parrocchie, per testimoniare che siamo una famiglia.

D. – Benedetto XVI è anche il Vescovo di Roma e ha fatto tanto per questa città: le visite parrocchiali, ma anche le iniziative di solidarietà, di carità. Quanto lo sentite vicino nella realtà cittadina?

R. – Tutto quello che tu hai citato è segno che lui è presente, che non "vola" sopra la Chiesa universale, non è distante ma si immerge dentro la realtà e fa sentire... Soprattutto in questi momenti, perché è più facile, si sente veramente quel contatto di amore di pastore, ma anche di fratello grande, maggiore.







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