Vescovi portoghesi e spagnoli a confronto sulle comunicazioni sociali
Le Commissioni per le Comunicazioni sociali delle Conferenze episcopali di Portogallo
e Spagna hanno concluso ieri, a Fatima, un incontro di tre giorni dedicato al tema
“Mass media: porta della fede”. Pensato con l’obiettivo di “contribuire alla riscoperta
della fede, in modo che tutti i membri della Chiesa siano, per il mondo attuale, testimoni
gioiosi e convincenti del Risorto, capaci di indicare ‘la porta della fede’ ai tanti
che sono in cerca della verità”, l’evento si è concluso con la pubblicazione di un
documento finale contenente sei raccomandazioni. Innanzitutto, i vescovi notano che
oggi il mondo della comunicazione “è notevolmente condizionato dalla situazione economica,
ideologica e politica” e che si riscontra una “limitazione del diritto del pubblico
a conoscere la verità”. Non solo: mentre si verifica “una supremazia dell’immagine”,
spesso “l’uso inadeguato delle tecnologie rende difficile la riflessione, la formazione
delle opinioni e le relazioni interpersonali e familiari”. I diktat dell’audience,
inoltre, “costituiscono un fattore determinante nella configurazione dei contenuti
offerti dai media”. Di fronte a tale realtà, la Chiesa portoghese e quella spagnola
richiamano l’importanza di una “visione etica” che risponda “ai bisogni delle persone,
senza sacrificare in alcun caso la verità e il bene comune”. Quanto alla comunicazione
della Chiesa, i presuli sottolineano come i mass media siano, per essa, non “un mero
strumento per la trasmissione di un messaggio”, ma un modo per “sviluppare una missione”,
con “chiarezza e in un atteggiamento di dialogo”. Il tutto tenendo ben presenti due
obiettivi: da un lato, “l’evangelizzazione” e dall’altro l’immagine “istituzionale
e pubblica della Chiesa, affinché essa sia percepita in modo adeguato”. Infine, i
vescovi di Spagna e Portogallo invitano i genitori e gli educatori a “formare i giovani
all’uso adeguato e responsabile dei mass media” ed esortano tutti gli operatori del
settore a “proseguire nell’impegno di porsi a servizio della dignità della persona
e della costruzione di una società più libera, giusta e solidale”. (I.P.)