Inedita presentazione dell'attività dello Ior a un folto gruppo di giornalisti
Dare un’informazione adeguata sulla natura, le finalità, l’organizzazione, i servizi,
la situazione attuale, le nuove procedure di controllo per una gestione corretta:
questo lo scopo dell’incontro organizzato stamani nella Sala delle Conferenze dello
Ior, Istituto per le Opere di Religione, a cui sono stati invitati una cinquantina
di giornalisti. A tenere la relazione principale il direttore generale dell’Istituto,
commendatore Paolo Cipriani. All’incontro è seguita la visita ai locali dove si svolge
l’attività dell’Istituto. Per noi c'era Adriana Masotti:
Maggiore trasparenza
non solo nella gestione, ma anche nel modo di fare comunicazione: questo il senso
dell’invito, il primo in assoluto, rivolto a un folto gruppo di giornalisti a conoscere
più da vicino e nei dettagli come funziona lo Ior, tra gli argomenti legati al Vaticano
che più spesso attirano l’attenzione degli organi di informazione e suscettibile spesso
di notizie inesatte. Lo spiega bene il direttore della Sala Stampa vaticana, padre
Federico Lombardi, che precisa come questo vuol essere più un punto di partenza che
d’arrivo per fornire una conoscenza di base comune agli operatori di mass-media. Nella
Sala delle Conferenze è poi il direttore generale, Paolo Cipriani, a prendere la
parola presentando un’ampia relazione sulla vita dell’Istituto e rispondendo successivamente
alle domande. Cipriani illustra prima di tutto la missione dello Ior, quella di custodire
e amministrare i beni mobili e immobili affidati dagli utenti, beni destinati alle
opere di religione e di carità, e curare gli interessi della Chiesa cattolica e principalmente
del Papa. E precisa: non è esatto parlare dello Ior come di una banca, si tratta invece
di un Istituto finanziario. Non ha infatti fini di lucro, gli investimenti non sono
a carattere speculativo, ma di mantenimento, i rapporti con le controparti non sono
conti di corrispondenza cioè le altre banche non possono aprire conti nell’Istituto.
Qualche
cifra: 112 sono i dipendenti, di cui 6 i dirigenti. Ci si avvale anche di alcuni consulenti
legali esterni. 33 mila i conti aperti, 6 miliardi di Euro l’asset generale, cioè
il patrimonio. Lo Ior fornisce servizi di supporto a enti di oltre 150 Paesi e non
ha filiali all’estero. Per il 77% l’utenza ha un riferimento geografico europeo e
il 60% del denaro gestito è in Euro. Gli utenti sono ammessi in base a criteri rigorosi:
sono ad esempio i dicasteri vaticani, le nunziature, le congregazioni religiose, le
parrocchie e le diocesi, le ambasciate presso la Santa Sede, ma anche sacerdoti e
dipendenti laici vaticani. Altro elemento di chiarificazione: nello Ior non esistono
conti cifrati, né anonimi e recentemente non ci sono state uscite di capitali. L’Istituto
non ha rapporti con banche o Paesi off Shore. Esiste una piccola riserva aurea alla
Federal Reserve di New Jork, dice Cipriani, rispondendo ad una domanda, mentre gli
investimenti non superano il 5% dell'asset e sono di basso rendimento in quanto hanno
lo scopo di proteggere il capitale e non di creare utili.
Gran parte della
relazione di Cipriani riguarda l’adeguamento dello Ior alle nuove regole internazionali
di controllo anti riciclaggio. Per questo sono state predisposte nuove normative che
impongono precise attività di controllo come la legge 127 del dicembre 2010 e la legge
166 dell’aprile 2012. Dal 2009 la Santa Sede ha aderito alla normativa europea in
materia di AML/CFT cioè di antiriciclaggio. Lo Ior è stato visitato due volte da valutatori
del gruppo regionale di controllo antiriciclaggio "Moneyvall", nel novembre 2011 e
nel marzo 2012. Tutti i trasferimenti di capitale in entrata e uscita, dice Cipriani,
vengono sottoposti alle procedure standard di adeguata verifica comunemente applicate
dagli altri enti finanziari internazionali utilizzando il sistema SWIFT che impone
regole precise per ogni singola transazione. I bonifici devono indicare i dati completi
dell’ordinante e del beneficiario e la causale permettendone così la tracciabilità.
Controlli interni ed esterni verificano tutte le operazioni. La Governance interna
prevede la Commissione cardinalizia, il Consiglio di Sovrintendenza che elabora le
strategie a lungo e medio termine, un prelato, in questo momento vacante, anello di
congiunzione tra Commissione e Consiglio, la direzione generale responsabile dell’attività
operativa. Tra i controlli interni, il collegio dei Revisori. E all’esterno dal primo
aprile 2011 è operativa l’AIF, l’Autorità di informazione finanziaria della Santa
Sede. E a questo proposito Cipriani spiega: all’AIF possono fare riferimento soggetti
esterni per avere chiarimenti su operazioni anche precedenti all'aprile 2011, e quindi
anche a prima che entrasse in vigore la normativa antiriciclaggio della Santa Sede,
smentendo voci che sostengono il contrario. Il direttore generale dello Ior conclude
ribadendo come l’Istituto sia tenuto più di qualsiasi banca commerciale ad obblighi
etici per la sua missione e anche per la necessità di custodire l’immagine stessa
della Chiesa cattolica.