Firmati a Roma due protocolli di intesa Cei-Miur sull'insegnamento della religione
cattolica
Ridefinire il profilo professionale dei futuri insegnanti di religione cattolica a
partire dal riconoscimento della laurea magistrale in scienze religiose e aggiornare
le indicazioni didattiche per l’insegnamento della religione differenziandole in base
ai vari indirizzi professionali. Questo l’oggetto della duplice intesa firmata oggi
a Roma dal presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco e dal ministro dell’Istruzione,
Francesco Profumo. “Un atto – ha spiegato il porporato – che conferma lo stile di
dialogo e collaborazione tra le istituzioni e consolida ulteriormente l’armonioso
inserimento dell’insegnamento della religione cattolica nei percorsi formativi della
scuola italiana”. Ma quale il valore dell’ora di religione a scuola? Paolo Ondarza
lo ha chiesto a mons.Vincenzo Annicchiarico, responsabile del Servizio
Nazionale per l’insegnamento dell’educazione cattolica:
R. – L’insegnamento
della religione cattolica si concentra sull’attenzione alla persona in quanto tale,
vista in tutti i suoi aspetti. Non è possibile infatti formare una persona soltanto
negli aspetti tecnici, professionali. Va sempre considerato che ad esercitare una
professione è la persona. Proprio per questo l’insegnamento della religione cattolica
contribuisce a rispondere, per esempio, a quelle che possono essere le domande di
senso, che ogni uomo porta con sé e verso le quali la scuola è chiamata, a livello
strutturale, ad offrire risposte. L’insegnamento della religione cattolica, che prende
i contenuti dalla confessione cattolica del cristianesimo, quindi dalla dottrina cattolica,
strutturandosi come disciplina scolastica, naturalmente cerca di offrire una risposta
a queste domande di senso.
D. – Spesso l’insegnamento della religione cattolica
è al centro di polemiche. Qualcuno si chiede perché insegnare la religione cattolica
e non le religioni?
R. – Non è vero che viene proposta una religione. Le
domande religiose sono proprie di ogni uomo: “perché esisto? Chi sono? Da dove vengo?
Dove vado? Quale sarà il mio futuro?” Ebbene, all’interno della scuola, queste domande
devono trovare accoglimento. Quindi, l’insegnamento della religione cattolica significa
disciplina scolastica e non invece la proposta della religione cattolica. E’ una risposta
disciplinare, che naturalmente mutua il linguaggio religioso, i contenuti da una religione
vera, esistente che fa parte, come dice il Concordato, del patrimonio storico del
popolo italiano. Non si fa, dunque, proselitismo a scuola, anzi di per sé l’insegnamento
della religione cattolica è rivolto a tutti e tutti potrebbero aderire.