Al via, in Italia, l'Osservatorio della Libertà Religiosa. Intervista con il coordinatore,
Introvigne
Anche in Italia nasce un Osservatorio della Libertà Religiosa, promosso dal ministero
degli esteri e da "Roma Capitale". L’iniziativa, presentata stamani a Roma, ha visto
l’intervento dell’arcivescovo di Baltimora, William E. Lori e del coordinatore scelto
per il nuovo organismo, il sociologo Massimo Introvigne che è stato anche Rappresentante
per la lotta al razzismo e alla discriminazione contro i cristiani e i membri di altre
religioni presso l’Osce, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.
Sugli obiettivi dell’Osservatorio, Debora Donnini ha intervistato lo stesso
Introvigne:
R. - Il suo
scopo è duplice: assistere la diplomazia italiana negli sforzi, che per la verità
sono molto intensi, per portare la libertà religiosa all’attenzione dei governi stranieri
e delle istituzioni internazionali, e sensibilizzare l’opinione politica, i media
e l’opinione pubblica italiana con opportune iniziative. Molto significativa la decisione
di "aprire" con mons. Lori, l’arcivescovo di Baltimora, che è stato al centro di una
serie di iniziative, che hanno richiamato l’attenzione sul fatto che anche in Occidente,
anche negli Stati Uniti, soprattutto in alcuni settori come l’obiezione di coscienza,
ci sono dei problemi di libertà religiosa.
D. - Anche in Occidente ci possono
essere delle restrizioni…
R. - Questo è il punto che vogliamo sottolineare.
Certamente l’Osservatorio come istituzione governativa italiana non si propone di
interferire negli affari interni degli altri Paesi, tuttavia vogliamo promuovere una
riflessione internazionale sul fatto che il valore della libertà religiosa oggi è
in pericolo a causa di interpretazioni riduzioniste e ambigue. Non è in pericolo solo
in Nigeria o in Pakistan, ma anche in Europa e anche negli Stati Uniti. Un settore
molto importante è proprio quell’obiezione di coscienza non solo dei singoli, ma delle
istituzioni quando si trovano di fronte a leggi - è il caso della riforma sanitaria
Obama - che impongono, per esempio, di finanziare per i propri dipendenti l’aborto
o la contraccezione. E’ vero che c’è un’eccezione per le Chiese, ma la nozione di
“chiesa” è definita in modo molto restrittivo e non comprende una serie di istituzioni
che dovranno o dovrebbero affrontare gravi problemi di coscienza. Ma ripeto, non è
compito dell’Osservatorio entrare su questioni tecniche: quello che ci interessa in
questa vicenda è che è la punta di iceberg. C’è stato un documento su problemi parzialmente
analoghi dei vescovi canadesi, ci sono problemi in Gran Bretagna a livello di Consiglio
di Europa e di Unione europea. La libertà religiosa è un problema anche in Occidente
e non solo in Africa e in Asia.
D. - Il Paese che in questo periodo è tristemente
in primo piano è la Nigeria, dove ci sono stati molti attacchi di questa setta islamica
fondamentalista dei "Boko Aram" verso i cristiani, alle Chiese, mentre la gente andava
a Messa. Questo è un dato drammatico…
R. - Questo è un dato drammatico su cui
si deve fare di più. Il governo italiano invierà una missione in Nigeria per insistere
su questo punto. E’ certo che nessuno di noi attribuisce al governo nigeriano la responsabilità
di questi attacchi: anzi il governo nigeriano è un obiettivo ed è una vittima. E’
necessario, però, che l’azione di prevenzione e di repressione faccia un salto di
qualità. Il problema non può essere solo nigeriano, perché è un problema regionale.
E’ anche importante, come fanno i vescovi della Nigeria, sottolineare che non dobbiamo
confondere "Boko Haram" o l’ultrafondamentalismo islamico con l’Islam nel suo insieme.
In Africa ci sono esempi virtuosi di dialogo: io di recente sono stato in Senegal,
dove i rapporti fra la comunità cristiana e i musulmani sono molto buoni. Non dobbiamo,
quindi, generalizzare.
E su questo nuovo Osservatorio in Italia, ecco la riflessione
dell’arcivescovo di Baltimora, William Lori, intervistato da Debora Donnini:
R. – The Observatory
is a very important initiative ... L’Osservatorio è un’iniziativa davvero importante,
un’iniziativa lodevole per monitorare violazioni della libertà religiosa nel mondo,
ma anche per promuovere una buona comprensione della libertà religiosa. Spero che
possa essere imitata largamente non solo in Europa, ma in Occidente e in molte parti
del mondo.
D. – Lei ha parlato della riforma sanitaria dell’amministrazione
Obama. Cosa vuole dire al riguardo?
R. – The bishops of the United States have
always ... I vescovi degli Stati Uniti hanno sempre appoggiato l’accesso per tutti
all’assistenza sanitaria, coerente con l’insegnamento sociale della Chiesa, ma abbiamo
anche chiesto di non usare i soldi della tassazione federale per l’aborto e di essere
certi di tutelare il diritto di coscienza di tutti. Sfortunatamente, queste due cose
non sono rientrate nella legislazione ed ora vediamo che il governo sta cercando di
forzare le istituzioni religiose e i credenti a non rispettare la loro coscienza con
l’istituzione e la promozione di servizi contrari al nostro insegnamento. Quindi,
ci troviamo di fronte ad un governo che si è posto una buona meta politica assicurando
l’assistenza sanitaria, ma che la applica nella maniera sbagliata, perché costringe
la Chiesa a non rispettare alcuni suoi insegnamenti e gli individui a non rispettare
la loro coscienza. Pensiamo che questa sia una cosa molto negativa e quindi la stiamo
combattendo.