Siria: situazione disperata per le famiglie intrappolate a Homs
Si fa terribile la situazione dei civili nel centro storico di Homs. I circa 400 civili
cristiani, intrappolati nel quartieri di Hamidiyeh e Bustan Diwan insieme con altri
400 civili musulmani sunniti, lanciano un grido disperato tramite i sacerdoti siriani,
delle diverse Chiese cristiane presenti a Homs, che i civili riescono a contattare.
Come confermato all'agenzia Fides dai sacerdoti siriani di Homs padre Abdallah Amaz,
padre Michel Naaman e padre Maxime El Jamale, si tratta di famiglie siro-cattoliche,
greco-cattoliche e greco-ortodosse, che vivono nascoste e sperano di poter uscire
vive da una situazione che si fa sempre più dura e pericolosa. Nei giorni scorsi la
Croce Rossa Internazionale e la Mezzaluna Rossa, dopo lunghi negoziati fra le parti
in lotta, erano riuscite a ottenere un cessate-il-fuoco, con la speranza di poter
entrare nell’area ed evacuare i civili dai quartieri di Khalidiyah, Hamidiyeh e Bustan
Diwan. Ma la tregua non è stata rispettata ed è stato impossibile portare avanti le
operazioni umanitarie. “I civili non possono uscire dai loro nascondigli e sono terrorizzati.
C’è un solo panificio funzionante e solo alcuni, sfidando la sorte, escono una volta
al giorno per procurare cibo. Intanto la truppe dell’esercito siriano, da circa tre
giorni, sembrano aver cambiato strategia: invece di bombardamenti indiscriminati,
penetrano nella “zona calda” con piccole unità militari per cercare di stanare i gruppi
ribelli in quella che si prospetta, d’ora in poi, come una vera e propria guerriglia
urbana. Mentre il Paese è dilaniato dal conflitto, iniziative e incontri di pace si
stanno moltiplicando, nascendo in modo del tutto spontaneo e indipendente: nei giorni
scorsi un nuovo incontro che ha visto coinvolti leader civili, leader religiosi moderati,
cristiani e musulmani, leader tribali, cittadini sunniti e alawiti del mosaico che
compone la società siriana, si è tenuto a Deir Ezzor, nella provincia di Djazirah
(Siria orientale), nei pressi dell’Eufrate. Il movimento, notano fonti di Fides, intende
dire “No” alla guerra civile e rimarca che “non si può continuare con un bilancio
che si attesta fra 40 e 100 vittime al giorno. La nazione viene dissanguata, perde
i giovani e le sue forze migliori”. Per questo urge una iniziativa nuova che viene
dal “genio popolare”, da persone “che desiderano una vita dignitosa, che rifiutano
la violenza settaria e il conflitto confessionale, come le contrapposizioni ideologiche
e politiche precostituite”. (R.P.)