L'Italia e i diritti umani: 86 ong chiedono più impegno al governo Monti
Furono 92 le raccomandazioni che nel 2010 il Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti
Umani inviò all’Italia, in occasione della Revisione Periodica Universale. Dopo due
anni, e due governi, Roma non ha ancora preparato il suo rapporto. Per questo, la
rete delle 86 organizzazioni e associazioni che fanno parte del Comitato per la promozione
e la protezione dei Diritti Umani oggi, per la seconda volta, ha presentato il suo
monitoraggio, sollecitando il governo Monti a preparare, come fatto da altri Paesi
dell’Ue, un rapporto in merito agli impegni assunti. FrancescaSabatinelli
ha intervistato CarolaCarazzone, portavoce del Comitato per la promozione
e protezione dei Diritti Umani, nonché presidente del Vis:
R. – Purtroppo,
sembra confermata la tendenza di questo governo a prendere, se mi è consentito, un
po’ sotto gamba questo genere di obblighi internazionali. Faccio notare che non ha
nemmeno tradotto le 92 raccomandazioni e non soltanto: non ha fatto un proprio monitoraggio,
un proprio follow-up, come invece hanno fatto tanti altri Paesi, non solo europei.
D.
– Non possiamo elencare tutte le raccomandazioni che a suo tempo arrivarono all’Italia,
però più di una riguarda lo stesso tema. Su che cosa l’Onu aveva in particolare sollecitato
il governo italiano?
R. – L’Italia era stata sollecitata tantissimo sui diritti
dei migranti, sui diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati. In particolare, per
quanto riguarda i Cie, i Centri di detenzione amministrativa, c’erano state molte
raccomandazioni, molto specifiche e molto importanti. Altre quattordici di queste
raccomandazioni avevano sottolineato la grande anomalia del nostro Paese, che è l’unico
dell’Unione Europea senza un garante per i diritti umani, senza un’istituzione nazionale
indipendente per i diritti umani. L’Italia, sui diritti umani, ha una pletora di organismi
governativi a livello locale, a livello nazionale, ma non ha neppure un’istituzione
nazionale indipendente, come invece hanno tutti gli altri 26 Paesi dell’Unione Europea.
D.
– Quindi, il Comitato sta sollecitando il governo affinché prepari questo rapporto
di medio termine...
R. – Noi chiediamo un impegno più serio. Sappiamo che non
esistono Paesi immuni: la promozione e protezione dei diritti umani deve essere veramente
garantita come materia prioritaria da parte di qualunque Paese del mondo. Quindi,
per esempio, una delle raccomandazioni aveva riguardato la mancanza nell’ordinamento
giuridico italiano del reato di tortura. Al governo chiediamo essenzialmente due cose:
di impegnarsi di più per la Revisione Periodica Universale, quindi di predisporre
un rapporto di medio termine, che contenga anche una traduzione e una diffusione delle
raccomandazioni ricevute il 9 giugno del 2010. Chiediamo di fare un rapporto di medio
termine da inviare all’Alto Commissariato per i diritti umani, per rendere conto di
quanto è stato fatto per dare attuazione alle raccomandazioni che il governo italiano
ha accettato il 9 giugno del 2010. E poi, più in generale, come rete di 86 organizzazioni
non governative, chiediamo la costituzione di un’istituzione nazionale indipendente.