2012-06-26 14:09:41

Bolivia: appello della Chiesa per evitare la violenza e aprire il dialogo


La Chiesa cattolica e la Defensoria del Pueblo hanno sollecitato il governo della Bolivia e la polizia, i cui agenti da qualche giorno manifestano chiedendo un aumento salariale, a parlare senza assumere posizioni radicali, per evitare la violenza. Il Segretario generale della Conferenza episcopale boliviana (Ceb), mons. Oscar Aparicio, ha lanciato a nome della Chiesa un "appello urgente per instaurare al più presto possibile un dialogo aperto e responsabile, per evitare la violenza che avrebbe conseguenze spiacevoli". "Inoltre nessuna pretesa, per quanto legittima possa essere, deve lasciare la popolazione indifesa" ha detto mons. Aparicio in un comunicato inviato alla stampa internazionale e all’agenzia Fides, riferendosi alla misura adottata dalla polizia di non andare a pattugliare le strade, chiedendo salari più alti. Nel frattempo la Defensoria del Pueblo ha dichiarato: "Siamo preoccupati per la situazione di impotenza in cui si trova la popolazione, in assenza di protezione da parte della polizia. Facciamo appello ad entrambe le parti perché cerchino una soluzione nel quadro del dialogo e della pace, evitando posizioni radicali e senza compromessi che impediscono soluzioni e accordi pacifici". Sergenti, caporali e truppe di polizia sono in rivolta in circa 20 unità e centri di comando in tutto il Paese, e hanno perfino saccheggiato i loro stessi uffici, una direzione di Intelligence e il Tribunale disciplinare, ad un isolato dal palazzo presidenziale di La Paz. Secondo i dati inviati alla Fides, i ribelli chiedono un salario minimo di 2.000 bolivianos (circa 287 dollari), la pensione con il 100% del loro stipendio e l'annullamento di una legge che vieta loro di esprimersi come opinione pubblica. Il Ministro dell’Interno Carlos Romero, ha risposto dicendo che il primo punto è plausibile, ma ha chiesto il dialogo, e non ha detto nulla sulle altre due richieste. (R.P.)







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