Mons. Tomasi su debito estero e diritti umani: l’economia rispetti sempre i più deboli
La Santa Sede sostiene uno sforzo di “maggiore trasparenza” nella concessione di prestiti
per lo sviluppo dei Paesi svantaggiati. E’ quanto sottolineato dall’arcivescovo Silvano
Maria Tomasi, intervenuto in questi giorni alla sede Onu di Ginevra sul tema “debito
estero e diritti umani”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
L’arcivescovo
Tomasi ha ribadito che “ogni attività economica deve rispettare la dignità umana”.
Dunque, anche la “ricchezza e il debito devono servire il bene comune”. Altrimenti,
se la giustizia è violata, il debito diventa uno strumento di “sfruttamento, specialmente
dei poveri e degli emarginati”. Mons. Tomasi ha avvertito che le “relazioni finanziarie
che accrescono l’ineguaglianza” sono “contrarie alla giustizia”. Ed ha ribadito la
necessità di combattere la corruzione “a tutti i livelli” in modo da evitare gli errori
del passato quando i prestiti erano presi da leader politici per fini dubbi e non
per il bene delle popolazioni povere. Per questo, ha detto l’Osservatore vaticano
presso l’Onu di Ginevra, la Santa Sede sostiene una riforma che “corregga le ingiustizie
del passato”. Al contempo, ha evidenziato il presule, una maggiore trasparenza aiuterà
anche a “prevenire livelli di debito insostenibili per le nazioni in via si sviluppo”.
Il debito sovrano, ha osservato mons. Tomasi, “non deve essere visto come un problema
esclusivamente economico”. Il debito incide, infatti, sulle “future generazioni così
come su quelle condizioni sociali che permettono il godimento dei diritti umani di
un gran numero di persone”.