Il Papa alla Coldiretti: la crisi si supera col primato dell'etica. Intervista al
presidente Marini
La crisi economica chiama gli imprenditori agricoli e ittici “a sfide inedite e certamente
difficili”, che vanno affrontate con “un rinnovato e profondo senso di responsabilità,
dando prova di solidarietà e di condivisione”. Il Papa si è rivolto in questo modo
all’assemblea nazionale della Coldiretti ricevuta questa mattina in udienza in Vaticano.
Il Santo Padre ha chiesto di fare particolare attenzione ai giovani. Alessandro
Guarasci:
La crisi ha
colpito duramente anche l’agricoltura. La terra perde valore e i coltivatori diretti
in questi anni hanno assistito a un drastico calo dei loro redditi. Basta dire che
il prezzo alla produzione dell’olio è calato del 32 per cento, della frutta dell’8
per cento. Il Papa chiede quindi agli imprenditori agricoli “solidarietà e condivisione”:
“Considerato
che alla base dell’attuale difficoltà economica vi è una crisi morale adoperatevi
con sollecitudine affinché le istanze etiche mantengano il primato su ogni altra esigenza”.
Bisogna
infatti intervenire alla radice della crisi, “favorendo la riscoperta di quei valori
spirituali dai quali poi scaturiscono le idee, i progetti e le opere”. Dunque, l’etica
è la chiave di volta, con un occhio attento alle future generazioni.
“Occorre
che la famiglia, la scuola, il sindacato e ogni altra istituzione politica, culturale
e civica svolgano un’importante opera di collaborazione e di raccordo, di stimolo
e di promozione, soprattutto per quanto riguarda i giovani. Essi sono carichi di propositi
e di speranze, cercano con generosità di costruire il loro avvenire e attendono dagli
adulti esempi validi e proposte serie. Non possiamo deludere le loro attese”.
E
poi va rimarcato il ruolo sociale dell’imprenditore, affinché “si attuino valide politiche
sociali in favore della persona e della sua professionalità, considerando specialmente
il ruolo cruciale della famiglia per l’intera società”. Valori che vengono dalle radici
cristiane che animano la Coldiretti. “Vi sono richiesti – continua il Papa – una nuova
consapevolezza e un ulteriore sforzo di responsabilità nei confronti del mondo agricolo”.
Tutto ciò perseguendo il bene comune, la dignità della persona, l’onesta e la trasparenza
nella gestione dei servizi.
Dunque, Benedetto XVI ha richiamato gli agricoltori
della Coldiretti alla solidarietà in questo momento di crisi. Sentiamo il presidente
dell’organizzazione Sergio Marini, intervistato da Alessandro Guarasci:
R. – Questo
è il momento della solidarietà. Tra l’altro, è l’unico modo che abbiamo per contenere
la crisi sociale e mantenere la coesione sociale. È un momento difficilissimo per
il Paese, e non solo, anche per l’Europa. Ciascuno di noi, nell’ambito delle proprie
possibilità, deve impegnarsi per la coesione sociale. La solidarietà è sicuramente
il mezzo migliore per farlo.
D – Oggi, per un’impresa agricola è difficile
ricercare il bene comune, oppure i valori che voi avete incarnato vi fanno da riferimento?
R.
- I valori che abbiamo incarnato sono fondamentali, e noi siamo impegnati da tempo
nel far comprendere che il cibo non è una qualsiasi merce, ma è proprio un bene comune.
Il nostro impegno sta nel realizzare un cibo di qualità al giusto prezzo, disponibile
a tutti, che sia sostenibile da punto di vista ambientale, sociale, e che possa anche
creare comunità e identità. L’impegno deve continuare, deve essere rafforzato, ma
è questa la strada giusta.
D. – Secondo lei, quali sono le prossime sfide,
le nuove sfide dei cattolici, anche imprenditori come voi, impegnati in politica e
nella società?
R. – Sul piano del contenuto valoriale, e anche sul piano dell’idea
di Paese e di economia sostenibile pensiamo a un modello di sviluppo che faccia leva
su quelli che sono i valori propri dell’Italia. E poi, il nostro territorio, la nostra
cultura, la nostra creatività, la nostra capacità di fare innovazione. Penso che meglio
dei cattolici, che hanno una base valoriale comune, nessuno possa esprimerli. Non
si parla al momento di un partito dei cattolici, questo il Forum delle associazioni
cattoliche del mondo del lavoro l’ha detto più di una volta. Ma questo non esclude
una responsabilizzazione forte proprio come contributo che vogliamo portare alla crescita
del Paese.