Vertice "Rio +20". Il cardinale Scherer: impegno della Santa Sede a difesa della vita
e dell'ambiente
Si chiude domani a Rio de Janeiro il Vertice sullo sviluppo sostenibile, apertosi
ieri, a 20 anni dallo storico Summit sulla Terra. Si tratta di un confronto a tutto
campo sul futuro dell’ambiente, mentre i manifestanti del “Vertice dei Popoli” hanno
sfilato nel centro della città brasiliana per riaffermare i propri diritti. Il servizio
di Francesca Ambrogetti:
“Debole e senza
ambizioni”: così, è stato giudicato da molti osservatori il documento in esame da
ieri della Conferenza internazionale per lo sviluppo sostenibile "Rio+20". I capi
di Stato e di governo riuniti a Rio de Janeiro hanno aperto un dibattito dal quale
si spera emerga una risoluzione più forte e decisa. Il segretario generale delle Nazioni
Unite Ban Ki-moon ha attribuito la debolezza delle proposte al contrasto tra gli interessi
dei diversi Paesi. Più ottimista Dilma Roussef, presidente del Brasile che ha detto:
“Sono convinta che saremo all’altezza della sfida della situazione globale”. Vent’anni
dopo il Vertice della terra la situazione ambientale è peggiorata, ma si è aperto
un profondo dibattito; si continua a sperare che si traduca in obiettivi concreti
economici, ambientali, e sociali. Non la pensano così gli esponenti del "controvertice"
convocati da varie organizzazioni sociali, che hanno protestato ieri a Rio. Da loro,
la denuncia che i governi continuano a puntare più allo sviluppo che alla difesa dell’ambiente
e dei settori più deboli della società.
Intanto, l’Italia ha accolto la proposta
della Cina di stanziare fondi per sostenere la promozione delle tecnologie innovative
e sostenibili nei Paesi in via di sviluppo. Sul significato di questo incontro, Cristiane
Murray,della redazione brasiliana della nostra emittente, ha intervistato
il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo e Inviato speciale
del Papa al Vertice "Rio+20":
R. – E’ un grande
palcoscenico, dove compaiono rappresentanti di tutte le nazioni, anche se qualche
capo di Stato importante non è venuto. Ci sono stati giorni di negoziazioni tra le
commissioni rappresentative degli Stati ed anche la rappresentanza della Santa Sede
ha lavorato sodo, perché si arrivasse ad un documento di consenso. La speranza è che
questo documento rappresenti un passo in avanti, per quelle mete fondamentali, importanti,
che si devono raggiungere, e cioè la preservazione della vita, che non può essere
estromessa, e, dall’altra parte, lo sviluppo sostenibile, in particolare delle nazioni
più povere, che hanno bisogno di essere sostenute dalle nazioni sviluppate, che possono
e devono aiutare i Paesi meno sviluppati.
D. – Quindi la Santa Sede ha anche
un determinato peso in queste negoziazioni, non è solo un’osservatrice?
R.
– La Santa Sede è Osservatore permanente all'Onu, ma qui non si tratta dell’Onu, si
tratta di una conferenza di nazioni. Qui a Rio la Santa Sede è, quindi, presente a
titolo pieno, anche nelle negoziazioni, non solo come osservatore: ha la parola, interviene
ed è intervenuta nelle negoziazioni per arrivare a un risultato.