Rio+20. Comece: la crescita economica non sia l’unico obiettivo dello sviluppo umano
Sostenibilità, responsabilità, sviluppo, cooperazione, conversione dei cuori e delle
menti: sono le parole-chiave dell’appello lanciato dalla Comece (Commissione delle
Conferenze episcopali dell’Unione Europea) a Rio+20, la conferenza delle Nazioni Unite
sullo sviluppo sostenibile che si è aperta ieri a Rio de Janeiro. A lanciare l’appello
è stato il card. Reinhard Marx, in qualità di presidente della Comece, il quale ha
pronunciato un intervento dal titolo “Responsabilità comune per il mondo di domani”.
“Dal punto di vista cristiano – ha detto il porporato – il riconoscimento della dignità
umana è alla base di ogni sviluppo sostenibile”. In questo senso, “la sostenibilità
come principio di uno sviluppo umano integrale ha l’obiettivo di trovare un equilibrio
tra i bisogni sociali, economici e ambientali”, senza per questo “mettere a rischio
le scelte di vita delle generazioni future”. Di qui, l’invito del cardinale Marx affinché
“la sostenibilità sia applicata alla solidarietà”, soprattutto nei confronti “dei
poveri e degli emarginati”. Quanto al riscaldamento globale, il presidente della Comeceha
ribadito che la responsabilità di tale fenomeno è “innanzitutto del mondo sviluppato”
ed è quindi compito della regione settentrionale del globo, e dell’Unione Europea
in particolare, “assumersi la percentuale più alta di tale responsabilità, mentre
ai Paesi in via di sviluppo dovrebbero essere garantite misure e condizioni speciali”.
Poi, il card. Marx si è soffermato sul tema della “green economy” ed ha specificato
che, per essere adeguata ad uno sviluppo sostenibile, essa deve includere “cambiamenti
non solo nella produzione, ma anche nei consumi”. Infatti, l’attuale modello di consumo
“pone troppa enfasi nell’uso di beni materiali e tende ad ignorare le altre dimensioni
della dignità umana”. Per questo, il porporato ha richiamato l’importanza della moderazione,
intesa non come “rinuncia al desiderio di beni materiali”, quanto come “discernimento
di ciò che è essenziale e di ciò che è superfluo”. In quest’ottica, fondamentale anche
la revisione di uno stile di vita che consuma troppa energia ed immette troppa anidride
carbonica nell’aria a causa dei combustibili fossili, una minaccia per la sicurezza
alimentare dei Paesi in via di sviluppo. “La crescita economica non può più essere
l’unico obiettivo dello sviluppo umano – ha detto ancora il cardinale Marx – Bisogna,
invece, trovare altri indicatori per misurare lo sviluppo, come i tassi di iscrizione
scolastica o l’aspettativa di vita, elementi che vanno oltre una prospettiva economica
concentrata esclusivamente sul Pil di un Paese”. Naturalmente, il tutto senza dimenticare
“il fattore ecologico”, in mancanza del quale, ha affermato il porporato, “non si
può raggiungere la giustizia sociale”. Ed per questo che “i cristiani devono avere
un atteggiamento critico nei confronti di stili di vita focalizzati unilateralmente
sul consumo ed in particolare sull’uso sproporzionato di energia”. “La cooperazione
dovrà essere l’imperativo del futuro”, ha detto ancora il presidente della Comece,
suggerendo poi che l’attuale programma Onu per l’ambiente (Unep) si trasformi in un’agenzia
specializzata del settore, così da “rafforzare la sinergia degli oltre 500 accordi
multilaterali sull’ambiente, già esistenti”. Il principio di sussidiarietà, deve inoltre
guidare le priorità politiche delle autorità a tutti i livelli, guardando anche alla
partecipazione attiva della società civile, del settore privato e della Chiesa. Quello
che occorre, in sostanza, ha concluso il cardinale Max, è “una conversione dei cuori
e delle menti”, poiché “lo sviluppo non è unidimensionale e non riguarda solo la lotta
alla povertà e alla fame e l’accesso all’acqua potabile, alle cure sanitarie e all’educazione”.
Si tratta, invece, di “diventare generosi, di mostrare solidarietà, di lavorare ad
una nuova cultura che rispetti il Creato, la giustizia ed il vero ed autentico sviluppo
umano”. L’auspicio della Comece, dunque, è che il vertice di Rio de Janeiro “abbia
il coraggio di decidere in favore di soluzioni giuste”. (I.P.)