Si è aperto ieri a Quito, il forum “Bambini e adolescenti a rischio nell'attuale realtà
socio-politica dell'Ecuador". Patrocinato dall'Università Politecnica Salesiana dell'Ecuador
Ups, che ospita i lavori, e dal Progetto salesiano Ecuador, il forum, che si concluderà
domani, vuole essere uno spazio di profonda analisi delle questioni che portano bambini,
bambine e adolescenti a ritrovarsi in situazioni a rischio nell'attuale contesto socio-politico
del Paese, oltre a confrontare e pianificare le risposte da dare, da parte del pubblico
e del privato, per garantire il rispetto dei diritti dei minori. Secondo le informazioni
pervenute all’agenzia Fides, nel suo discorso di apertura del forum, il rettore dell’Università
Politecnica, padre Javier Herran, ha ricordato che la questione presenta nuovi scenari
rispetto al passato: “Oggi lo Stato è presente, legifera partendo da una visione di
sviluppo e del Paese, interviene, autorizza le attività private ma regola le loro
azioni. Tutto questo è incorniciato nel rispetto degli accordi internazionali, nella
definizione dei diritti, nei piani di sviluppo”. Tuttavia, ha ricordato il rettore,
“la realtà di bambini e adolescenti a rischio continua ad essere presente, e la soluzione
delle cause che la determinano non sembra facile”. Padre Francisco Sánchez, coordinatore
del Progetto Salesiano Ecuador, svolge la sua attività con bambini e adolescenti di
strada dal 1977. Attualmente il progetto è presente in 7 città (Quito, Guayaquil,
Cuenca, Esmeraldas, Santo Domingo, Ambato e San Lorenzo) e si occupa di circa 5000
bambini e adolescenti, operando per la prevenzione, la restituzione e l'esercizio
dei diritti di bambini e adolescenti. Oltre all’azione diretta con i bambini, gli
adolescenti e le famiglie, è anche impegnato a sviluppare strategie istituzionali
e inter-istituzionali di analisi e di dibattito su tali questioni. Nel suo intervento
padre Francisco Sánchez ha ricordato che “i tempi attuali che sta vivendo la società
ecuadoriana e latino-americana, ci sfidano a comprendere e ad affrontare urgentemente
i cambiamenti che avvengono nel piano sociale e politico, e che, ovviamente coinvolgono
il mondo dell'infanzia, e naturalmente hanno le loro ripercussioni anche sui bambini
e sugli adolescenti che vivono in situazioni di alto rischio o di elevata vulnerabilità
(vita di strada, maltrattamenti, sfruttamento del lavoro, violazioni, droga...). In
questo contesto, assumiamo la sfida e la responsabilità di creare, a livello interistituzionale
e della società civile, le opportunità di riflessione che orientino le attività e
i modelli istituzionali. Per questo scopo è essenziale contare sulla partecipazione
di tutti i protagonisti coinvolti in questo problema, e che ovviamente siano anche
parte attiva dei cambiamenti necessari e delle innovazioni istituzionali". (R.P.)