Myanmar: condannati a morte i responsabili dell'omicidio all'origine delle violenze
nel Rakhine
Due uomini sono stati condannati a morte per lo stupro e omicidio in una vicenda che
ha riacceso la tensione e le violenze tra comunità buddiste e musulmane nello stato
occidentale di Rakhine. Lo riferisce il quotidiano ‘New light of Myanmar’, ripreso
dall'agenzia Misna, secondo cui un terzo imputato si è suicidato in carcere poco prima
del pronunciamento della sentenza. Il giudice ha stabilito che gli imputati potranno
presentare ricorso entro sette giorni. Le violenze e rappresaglie provocate dalla
vicenda, secondo la stampa birmana, avrebbero causato finora almeno 300.000 sfollati
tra i buddisti di etnia rakhine e musulmani della minoranza dei Rohingya che abitano
nella regione al confine con il Bangladesh. L’intera zona è stata posta sotto coprifuoco
dal presidente Thein Sein, mentre le associazioni umanitarie lamentano le difficoltà
a cui gli sfollati andranno incontro non appena, a breve, inizierà la stagione dei
monsoni. Molti musulmani Rohingya, oggetto di persecuzioni da lungo tempo e una delle
minoranze più discriminate al mondo secondo Amnesty International, hanno cercato di
attraversare la frontiera a bordo di battelli che sono stati respinti sistematicamente
dai guardiacoste del Bangladesh. Diversi osservatori hanno sollevato il timore che
le violenze nell’ovest possano gettare un’ombra sul percorso di democratizzazione
intrapreso dalle autorità di Naypyidaw con lo svolgersi di elezioni e la liberazione
di migliaia di prigionieri anche politici. È di oggi l’annuncio del presidente Thein
Sein della seconda parte del programma di riforme economiche che – ha detto – porterà
il Paese a triplicare il prodotto interno lordo pro capite entro i prossimi anni.
(R.P.)