India: nell'Haryana iniziative contro aborti selettivi e feticidi femminili
Circa 225 donne, membri del primo consiglio di villaggio (gram sabha) tutto al femminile
dell'Haryana, hanno deciso di istituire comitati di vigilanza per fermare gli aborti
selettivi e i feticidi femminili. In base alla loro proposta, ciascuna delle 14 circoscrizioni
del villaggio di Bibipur (distretto di Jind) avrà una sua commissione, formata da
tre donne e un uomo, con il compito di seguire e tenere sotto controllo le donne incinte.
La mossa è significativa - riferisce l'agenzia AsiaNews - anche perché l'Haryana è
uno degli Stati indiani in cui è più diffusa la pratica della selezione di genere.
Le donne hanno avanzato la proposta al cospetto del sarpanch (capo villaggio), Sunil
Jaglan, che ha dato piena approvazione al progetto. "Da questo momento - spiega l'uomo
- le anganwadi (sorta di operatrici sanitarie) dovranno registrare ogni donna al secondo
mese di gravidanza. Fino a oggi, lo Stato per legge registra già le donne incinte
a partire dal quarto mese. La nostra speranza è che abbassare il limite possa servire
come deterrente, e che altri villaggi prendano esempio da noi". Gli aborti selettivi
femminili sono aumentati con il miglioramento e la diffusione dei test per determinare
il sesso del nascituro. La legge indiana considera illegali questi esami, ma medici
senza scrupoli allestiscono cliniche private abusive, dove a prezzi molto alti praticano
interruzioni di gravidanza. A proposito di queste strutture, Birmati, una donna di
50 anni, spiega: "Una famiglia deve dare 5mila rupie (circa 70 euro) per effettuare
questi test, e poi altrettanti per abortire. Questo, solo per non avere il 'problema
economico' di una bambina. Se gli stessi soldi venissero invece depositati in un deposito
fisso alla nascita della piccola, la famiglia non avrebbe bisogno di preoccuparsi
del suo futuro. Quando sarà grande, la banca potrà fornire loro sostegno finanziario
sufficiente per i suoi studi e per un buon matrimonio". La piaga degli aborti selettivi
e dei feticidi femminili affonda le sue radici in un retroterra culturale che privilegia
l'erede maschio. Quella indiana è una società patriarcale che considera le figlie
femmine un peso economico: una ragazza deve essere istruita e data in moglie, ma può
trovare marito "solo" se ha a disposizione una dote consistente. In molte comunità,
anche una volta sposata la donna non sarà rispettata finché non dà alla luce un bambino.
Secondo l'ultimo censimento nazionale (Census 2011), l'Haryana è uno degli Stati peggiori
in termini di aborti selettivi femminili. Nel tempo, questo ha portato ad alterare
la composizione della popolazione, che oggi conta 877 donne ogni 1000 uomini. Ma lo
squilibrio tra numero di nascite maschili e femminili (sex ratio) scende ancora considerando
la fascia sotto i sei anni: 830 bambine ogni 1000 bambini. (R.P.)