Con il video messaggio del Papa, nel pomeriggio si conclude il Congresso Eucaristico
a Dublino
Si chiude oggi a Dublino il 50.mo Congresso Eucaristico Internazionale. Nel primo
pomeriggio il cardinale Marc Ouellet, Legato pontificio, presiederà la Messa “Statio
Orbis” a Croke Park. Durante la celebrazione verrà trasmesso un videomessaggio di
Benedetto XVI. Per un primo bilancio su questo grande evento ecclesiale, la nostra
inviata a Dublino, Emer McCarthy, ha intervistato padre Vittore Boccardi,
della segreteria del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali:
R. – E’ stata
una settimana molto intensa, ben costruita e strutturata, attraverso i programmi consueti
dei Congressi eucaristici che sono basati sulle liturgie, sulle catechesi e sulle
testimonianze. Io sottolineerei dunque la qualità delle liturgie: sono state delle
liturgie ben celebrate, ben vissute, serene, con dei gesti anche interessanti e innovatori,
come l’uso dell’incenso che passa attraverso la folla al momento dell’offertorio.
La qualità delle liturgie si vede soprattutto nella capacità di coloro che partecipano
nell’entrare nello spirito della celebrazione attraverso non soltanto i canti, ma
anche l’attenzione alla Parola di Dio e alle omelie dei celebranti. A proposito di
celebranti, le liturgie sono sempre state presiedute da persone eminenti della Chiesa
cattolica, a partire dal cardinale Ouellet, che ha celebrato la Messa di inizio del
Congresso, domenica scorsa, al cardinale Brady.
D. – Molti pellegrini sono
rimasti colpiti dall' intervento del cardinale Maradiaga, mercoledì su “ministero
e comunione”, e da quello del cardinale Brady sulla guarigione nella comunione...
R. – Il cardinale Maradiaga ha parlato nel giorno in cui in qualche modo si
metteva in relazione l’Eucaristia e la comunione con il Sacramento dell’Ordine, quindi
con il presbiterato e i ministeri ecclesiali. E' riuscito a mostrare come attraverso
l’Eucaristia si possa costruire davvero una Chiesa capace di servire il mondo attraverso
tante possibilità, ma soprattutto che è capace di entrare nel mondo con la forza del
Vangelo per dargli nuova linfa, nuovo coraggio per affrontare le nuove sfide. Particolarmente
toccante è stata l’omelia del cardinale Brady sulla guarigione, sul perdono. Un’omelia
che sicuramente è nata dalla profondità del suo cuore, perché conosciamo bene anche
i momenti difficili che la Chiesa irlandese e anche il cardinale Brady stanno vivendo.
Altro momento interessante è stato quello della liturgia presieduta dal Patriarca
di Gerusalemme, Twal, il quale ha ottenuto forse, più di tutti, attenzione e riconoscimento:
la sua omelia è stata interrotta più volte da applausi da parte dell’assemblea. A
proposito di assemblea, bisognerà sottolineare che forse mai come questa volta, le
assemblee liturgiche sono state davvero devote, partecipate: la gente ha partecipato
con tutto il cuore, con tutta l’anima e ha cercato di entrare nello spirito della
liturgia, dandogli davvero la dimensione della comunione fraterna, della comunione
universale.