Mauritius: approvata la depenalizzazione dell’aborto. Inascoltati gli appelli della
Chiesa a favore della vita
È stata approvata, nelle Mauritius, la legge sulla depenalizzazione dell’aborto. La
normativa, che ha visto 50 voti favorevoli e 14 contrari, permette l’interruzione
volontaria di gravidanza in alcuni casi specifici. Inascoltati gli appelli della Chiesa
locale a favore della vita. Il servizio di Isabella Piro:
“La Chiesa
rispetta il risultato di un processo democratico, ma continuerà a promuovere la formazione
delle coscienze sul dovere civico di proteggere la vita umana”: è quanto afferma mons.
Maurice Piat, vescovo di Port-Louis, nelle Mauritius, dopo che, martedì scorso, il
Parlamento locale ha approvato la depenalizzazione dell’aborto in alcune circostanze:
quando la gravidanza comporta, per la donna, il rischio della vita o di conseguenze
gravi e permanenti sulla sua salute fisica e mentale; in caso di malformazioni del
feto; se la donna resta incinta dopo un’aggressione sessuale, oppure ad un’età inferiore
ai 16 anni o, ancora, in caso di incesto. “Il nostro rispetto della democrazia non
mina affatto la nostra responsabilità civica – sottolinea mons. Piat – anche se la
legge dà ora alle donne il diritto di eliminare, in determinati casi, una vita umana
già iniziata, la Chiesa cattolica auspica che ciò non diminuisca il dovere di tutti
di proteggere la vita umana in ogni occasione”.
Di qui, l’appello che il presule
lancia affinché si “rafforzi la solidarietà necessaria perché la protezione della
vita umana sia efficace”. Per quanto concerne la Chiesa, garantisce il vescovo di
Port-Louis, “si continuerà a sviluppare una rete di solidarietà per aiutare le donne
in difficoltà e a portare avanti tra i giovani l’educazione ad una sessualità responsabile”.
“La tutela della vita – conclude mons. Piat – rimarrà sempre la pietra angolare della
costruzione dell’intera società”. Sulla specifica vicenda, queste del vescovo di Port-Louis
non sono le prime parole che la Chiesa locale pronuncia a favore della vita e contro
l’aborto: da più di un mese, infatti, ovvero da quando il progetto di legge sull’interruzione
volontaria di gravidanza era stato presentato ufficialmente, il 4 maggio, i vescovi
delle Mauritius avevano più volte fatto sentire la propria voce. Non solo: a metà
del mese scorso, anche gli anglicani erano scesi in campo per ribadire l’importanza
della vita umana e in una lettera firmata assieme a mons. Piat, il vescovo anglicano
Ian Ernest scriveva: “Nessuno ha alcun diritto sulla vita umana, ma soltanto una responsabilità
nei confronti di essa” e concludeva: “L’aborto non è una soluzione; è essenziale,
invece, sostenere le donne incinte in difficoltà”.