Elezioni cruciali in Grecia: in gioco la permanenza nell'area Euro
Alla vigilia delle cruciali elezioni politiche di domani in Grecia, il presidente
francese, Francois Hollande, ha avuto nel pomeriggio un colloquio con la cancelliera
tedesca, Angela Merkel. Si è trattato – rende noto l’Eliseo – di una telefonata “fruttuosa”
sulle prospettive della Grecia in vista del G20 in Messico e del prossimo Consiglio
europeo. Il risultato delle elezioni elleniche sarà determinante per la permanenza
di Atene nella zona Euro. Nell'ultimo comizio elettorale, il leader conservatore Antonis
Samaras ha affermato che il voto di domani sarà una scelta "tra l'euro e la dracma".
Sull’importanza di questa tornata elettorale, Salvatore Sabatino ha intervistato
Franco Rizzi, docente di Storia dell’Europa presso l’Università "Roma Tre"
e direttore dell’Università del Mediterraneo:
R. – L’importanza
è capire che i greci hanno davanti a sé la possibilità di fare delle scelte che saranno
condizionanti anche rispetto al futuro. Però, il problema vero è che bisogna posizionarsi
verso le difficoltà che ha la gente. Difficoltà che si sono espresse anche nella frantumazione
dei partiti politici, nella risorgenza anche di rigurgiti neonazisti, in un’esasperazione
che è dovuta anche al fatto che la politica, in Grecia, ha sbagliato.
D. –
Adesso ci troviamo di fronte ad un bivio, ovviamente, essendo questa un’elezione importante,
a livello europeo: si costruirà l’Europa unita, andando avanti verso un percorso politico,
oppure si sfascerà tutto …
R. – Io penso che il grosso problema sta proprio
in questo passaggio, nel fatto che l’Europa non può andare avanti soltanto con un’unità
economica e finanziaria; l’Europa può andare avanti nella misura in cui riuscirà ad
arrivare ad un’unità politica. Credo che vada inserito in un processo lungo. Non ci
dimentichiamo che non è che stiamo parlando di secoli: stiamo parlando di un periodo
che va dalla fine della Seconda Guerra mondiale, quando si è innescato con un processo
in Europa che, secondo me, con tutte le limitazioni, è un processo virtuoso. E’ iniziato
con l’unificazione delle dogane e con gli aspetti economici, ma che deve assolutamente
toccare anche questi aspetti politici, risolvere questo problema in termini politici.
D.
– Questa estrema frammentazione politica all’interno del panorama politico greco,
aiuta o peggiora la situazione?
R. – In questo momento, certamente la situazione
greca – con questa frantumazione – non aiuta. Però, questa situazione dovrà pure cristallizzarsi
in un assetto politico dei partiti politici, forse diverso da quello che esiste. Quindi,
bisogna avere sempre un occhio e non confondere la cronaca con la storia.
D.
– Se la Grecia uscisse dall’area Euro – tutti gli analisti sono concordi – sarebbe
un disastro per il Paese; però, sarebbe un segnale forte e preoccupante per l’intera
Europa …
R. – Questo è indubbio. Però, tutto questo – ancora una volta – va
inserito in questo processo di crescita dell’Europa. Non è vero che oggi siamo di
fronte ad un processo di arresto; apparentemente, tutta una serie di segnali che noi
abbiamo ci fanno pensare a situazioni di disgregazione, mentre è compito dei politici,
compito dei dirigenti, della società riaffermare la priorità di questa unione politica.
D.
– Come si può, comunque, iniziare questo percorso verso l’unione politica? Mi fare,
infatti, che i singoli Stati in questo momento siano più concentrati sulle singole
situazioni …
R. – Questo avviene già, perché fa parte del dibattito. Quando
scoccherà l’ "ora x" è difficile poterlo dire, ma tutto questo è in una situazione
in progress per cui, mentre si sta parlando di economia, di come salvare l’Euro,
di come salvare alcune situazioni più esposte, già si sta parlando di politica; si
sta parlando se accettare una certa via anziché un’altra. Quindi, il fatto economico
non è solamente un fatto tecnico: è anche un fatto di carattere politico...