Siria. A Qusayr chiesa occupata dai miliziani. A Homs 800 civili chiedono di lasciare
la città
La chiesa greco-cattolica di Sant’Elia a Qusayr, cittadina nei pressi di Homs, è stata
occupata da un gruppo di miliziani dell’opposizione siriana, che vi hanno stabilito
la loro base. Secondo quanto riferito all'agenzia Fides da testimoni oculari, la mattina
del 13 giugno, gli uomini, probabilmente islamici radicali, avevano fatto irruzione
nella chiesa, forzando la porta, suonando le campane e compiendo un’azione dimostrativa
di scherno che aveva sollevato preoccupazione nei leader cristiani locali. Ma il gruppo,
invece di lasciare l’edificio, si è accampato all’interno dell’aula liturgica e vi
soggiorna ora in modo permanente, espletandovi tutte le proprie attività. La Chiesa
locale condanna l’episodio, definendo “inaccettabile tale comportamento irrispettoso
verso un luogo sacro”, come hanno dichiarato a Fides esponenti della gerarchia della
diocesi di Homs, che lanciano un appello perchè nel conflitto in corso “non si degeneri
nella dissacrazione di templi e luoghi sacri, di tutte le comunità”. Stanno, intanto,
lasciando Qusayr i pochissimi cristiani che erano rimasti, per la maggior parte anziani
che non avevano voluto abbandonare le loro case. Intanto le famiglie cristiane e musulmane
sunnite intrappolate nel centro storico di Homs hanno lanciato un disperato appello:
“Lasciateci andare, in nome di Dio!”. Si tratta di circa 800 civili, fra i quali donne,
anziani, giovani, bambini, disabili che oggi – riferisce una fonte di Fides impegnata
nel tentativo di negoziato – “sono in reale pericolo di vita. Non hanno nulla, vivono
nel panico, sono nel bel mezzo di bombardamenti e combattimenti”. Le famiglie bloccate
in città, racconta la fonte di Fides, lanciano un appello “per ragioni umanitarie”,
chiedendo l’aiuto delle Nazioni Unite, della Croce Rossa, della Mezzaluna Rossa, perché
possa essere salvata la loro vita. Le famiglie si trovano nelle aree di Warsheh, Salibi,
Bustan Diwan, Ozon, Hamidiyeh, Wadi Sayeh, tutte nel cuore di Homs. Attualmente l’esercito
siriano sarebbe disponibile a un cessate-il-fuoco per far uscire i civili, ma una
delle fazioni dei ribelli asserragliati in città, capeggiata dal leader Abou Maan,
si rifiuta di acconsentire. I miliziani, infatti, temono che, una volta usciti i civili,
l’esercito siriano possa rafforzare la sua offensiva verso il centro città. La situazione
è ancora in fase di stallo, ma la condizione delle famiglie peggiora di ora in ora.
I circa 400 cristiani sono gli ultimi rimasti degli oltre 80mila che popolavano Homs
prima dell’inizio del conflitto. (R.P.)