Il CdM approva il decreto sviluppo: incentivi all'occupazione e bonus edilizia, ma
anche giustizia civile più veloce
Via libera del Consiglio dei ministri al decreto sviluppo. Il testo è stato approvato
con la formula ''salvo intese'', utilizzata quando il provvedimento è suscettibile
di possibili modifiche. “Corposo e organico” lo ha definito il presidente del consiglio,
Mario Monti. Tra le misure previste, bonus per l’edilizia, incentivi alle assunzioni
qualificate , interventi per favorire lo sviluppo del settore energetico e dei progetti
“verdi”. Il servizio di Adriana Masotti:
Nel provvedimento
approvato ieri che mobiliterà risorse per ottanta miliardi di euro, sono confluiti
"svariati interventi" e altri ne verranno", ha precisato il ministro dello Sviluppo
economico, Corrado Passera, in conferenza stampa. E precisa che si tratta di interventi
strutturali rivolti in particolare a favorire l'occupazione. Ampio nel decreto il
capitolo sulla casa, che riguarda sia le famiglie che le imprese che attendono il
riavvio dei cantieri. Ci sarà la possibilità di dedurre il 50% delle spese sino a
96 mila euro". E niente IMU per un periodo non superiore a tre anni dall'ultimazione
dei lavori, degli immobili delle imprese, il cosiddetto magazzino, fabbricati costruiti
e destinati alla vendita. Per quanto riguarda il contenimento della spesa pubblica
annunciati dallo stesso presidente del Consiglio, Mario Monti, tagli per dirigenti
e personale del ministero dell'Economia e per quelli di palazzo Chigi. Così come la
dimissione di parte del patrimonio immobiliare statale e lo snellimento di strutture,
anche di componenti storiche di attività dello Stato, soppresse come tali e con funzioni
accorpate ad altre agenzie. Il decreto contiene anche provvedimenti in materia di
giustizia per accelerare i processi civili. Il filtro al processo d'appello, in cui
un singolo giudice valuta se questo è palesemente inammissibile, ''e' una ricetta
che coniuga la necessità di assicurare garanzie con quella di snellire i processi''
ha evidenziato il ministro della Giustizia, Paola Severino.
Ma le norme approvate
oggi dal governo vanno nella direzione della crescita da tutti auspicata? Adriana
Masotti ha raccolto il parere dell’economista, Giacomo Vaciago:
R. - Lo schema
del Decreto legge è molto ambizioso. Contiene una serie d’interventi che tengono conto
di tutto ciò che, da anni, diciamo che è necessario fare, perché questo Paese - complessivamente
- funzioni meglio. I settori comprendono cose come l’elemento della giustizia civile.
E’ una cosa che la Banca d’Italia dice da dieci anni: se non c’è certezza di giustizia
civile, le attività economiche non si possono svolgere bene. E poi ci sono molti incentivi
e provvedimenti volti ad attirare capitali privati per realizzare infrastrutture,
per interventi nel campo dell’edilizia e dei trasporti. Per attuare tutte queste cose
ci vuole un enorme lavoro di buona amministrazione, non bastano le leggi. Ci vuole
un governo che nel suo insieme, perché sono molti i ministeri coinvolti, lavori per
dare priorità a tutte queste cose, e allora, già a fine anno, potremmo cominciare
a vedere che il Paese incomincia a reagire a questi stimoli.
D. –Un commento
sul provvedimento che prevede la dismissione di parte del patrimonio immobiliare statale:
anche questa è una cosa di cui si parla da tempo…
R. - Anche qui, io l’ho
detto tante volte che ci hanno provato tutti i governi. E’ stata una cosa ricorrente,
ma anche qui attenzione, perché non basta fare una legge in base alla quale da domani
si vendono gli immobili. E questo perché? Prendiamo l’esempio di una caserma: come
si fa a vendere un edificio che non esiste? Perché le caserme non sono accatastate,
non esistono nei piani regolatori e non c’è scritto cosa si può farne e questo perché
erano impianti militari. E’ chiaro allora che per poterla vendere è necessario dire
che esiste, si deve accatastarla, si deve dargli una destinazione d’uso. Se no uno
per cosa la compra a fare una caserma? Non è un esercito che la compra. Quindi c’è
tutto un lavoro che coinvolge molte amministrazioni: l’edilizia comunale, l’urbanistica
regionale. I piani regolatori li fa il Comune, ma glieli deve approvare la Regione
o per sua delega la Provincia. Questo è un Paese maledettamente complicato… Quindi
anche lì per riuscire a vendere - cosa saggia e utile al Paese, perché sono vuote,
perché così l’edilizia riparte, etc - c’è molto lavoro di buona e onesta amministrazione
da fare.