2012-06-13 19:29:35

Mons. Zenari, nunzio a Damasco: "E' una discesa agli inferi"


Una situazione estremamente complessa in tutta la Siria, come conferma mons. Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, il quale sottolinea però che i cristiani non sono più bersagliati di altri. L’intervista è di Salvatore Sabatino:00:03:33:14
R. – Non si sa quale sarà il futuro della Siria, delle varie etnie, e quale sarà il futuro dei cristiani. Occorre essere molto, molto vigili. Fino ad oggi direi che i cristiani condividono la triste sorte di tutti i cittadini siriani: sono sotto i bombardamenti come i loro concittadini siriani, in questi giorni, soprattutto ad Homs e altrove. Non direi che ci siano nei loro confronti delle discriminazioni particolari, tanto meno delle persecuzioni. Bisogna stare attenti e vedere i fatti nella loro verità. Andrei adagio a paragonare, oggi come oggi, la situazione dei cristiani ad altri Paesi dei dintorni. Alle volte si paragona con l’Iraq, ma non è da paragonarsi.

D. – I cristiani possono continuare a fare da ponte, ad aprire un dialogo prima che la distanza tra le parti sia incolmabile e che si oltrepassi quella drammatica linea di non ritorno?
R. – Io direi che è proprio la loro vocazione, quella di fare da ponte, a tutti i livelli. In questo momento agiscono in situazioni molto dolorose, come per esempio quella di Homs, dove abbiamo dei sacerdoti, dei religiosi, ma anche in altri posti, e si comportano in modo esemplare, mettono a rischio la loro vita. Fanno da ponte anche cercando di ottenere un cessate-il-fuoco, di fare uscire delle persone: donne, bambini, anziani. Abbiamo degli esempi molto belli e molto luminosi. Un domani, se la situazione lo permetterà, se ci si aprirà alla democrazia, l’occasione dovrà essere colta al volo, per entrare con persone preparate culturalmente e politicamente e costruire qualcosa con i principi della Dottrina sociale della Chiesa, che sono molto apprezzati: la dignità umana, le libertà fondamentali, i diritti umani. Sarà l’occasione per la costruzione di una nuova Siria, e l’occasione per i cristiani per dare un contributo specifico. Senza il loro contributo, sarebbe una Siria più povera.

D. – Il fatto che le Nazioni Unite abbiano parlato per la prima volta nelle ultime ore di guerra civile, come è stata percepita dalla popolazione locale?
R. – Qui non ho ancora le reazioni. Purtroppo, l’impressione che si ha in questo momento, senza accennare se tecnicamente si possa parlare di guerra civile, è che umanamente sia cominciata una discesa agli inferi. Siamo nelle mani di Dio, nelle mani della Provvidenza.

D. – Quindi, c’è una percezione di un peggioramento della situazione nelle ultime ore?
R. – Se si guarda quello che sta succedendo, è difficile essere ottimisti. Si spera che la comunità internazionale possa, come dice spesso Kofi Annan, parlare a una sola voce, possa mettere ciascuna delle parti in conflitto con le spalle al muro e arrivi a frenare quella che – ripeto – è una discesa agli inferi.








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